Per una volta ha ragione forse Matteo Renzi. Capita rare volte negli ultimi anni, eppure l’ex premier ha detto la cosa più sensata espressa dalla politica italiana nei giorni della guerra in Ucraina: bisogna chiamare Angela Merkel e indicarla come ambasciatrice della Nato, “inviata speciale” a trattare con Vladimir Putin. Come dargli torto? In un momento in cui l’Europa non ha una una leadership e brancola nel buio, l’ex cancelliera tedesca è molto probabilmente l’unica che ha lo spessore internazionale e il carisma per andare a parlare con Putin senza sudditanza di alcun genere. Macron ha fatto una figuraccia, Draghi ha capito che la questione è complicata e ha inviato Di Maio, che in quanto a considerazione all’Estero ha la consistenza di un UFO, gli altri non sono pervenuti.
Merkel potrebbe rappresentare la mossa in grado di sbloccare lo scacchiere e mettere una pezza nel quadro di impasse totale che rischia di diventare l’anticamera di un’escalation di ulteriore violenza. La guerra prosegue, i morti sono sempre di più, le sanzioni sono inutili e stanno diventando anzi pericolosissime perché Putin minaccia altre ritorsioni stavolta verso l’Europa. Per non parlare del presidente americano Biden, che si sta dimostrando un Capitan disastro sotto tutti i punti di vista.
E’ il momento di puntare sull’esperienza di Angela Merkel, una che di castagne dal fuoco ne ha tolte spesso e volentieri all’Europa e che sa come ci si comporta quando il confronto è cruciale. E mai come in questo caso il mondo è ad un bivio.
