HomeTurismo & LifestyleLusso a Taormina, Arnault scatenato: doppio colpo, ci siamo

Lusso a Taormina, Arnault scatenato: doppio colpo, ci siamo

TAORMINA – Cresce ancora la presenza di Lvmh a Taormina. Il colosso del lusso guidato dal Bernard Arnault è pronto a piazzare il pokerissimo nella capitale siciliano del turismo. Dopo l’apertura di Dior nel 2022, e poi lo scorso luglio del primo cafè Louis Vuitton in Italia con boutique, in Corso Umberto, e dopo i due hotel Timeo e Villa Sant’Andrea rilevati nel 2019 nell’ambito della più ampia operazione di acquisizione della catena Belmond, ora è in arrivo una quarta operazione da favola.

Come anticipato già nei mesi scorsi da TN24 si va verso l’apertura nel 2024 di un altro marchio di alto livello e stavolta dovrebbe trattarsi di un’azienda italiana operante nel settore dei beni di lusso, e più precisamente del cashmere deluxe, a suo tempo rilevata (per l’80%) da LVMH alla cifra record di 2 miliardi di euro.

L’investimento, che andrebbe a riguardare nello specifico due immobili attigui, ubicati in pieno centro storico, si inquadrerebbe nella strategia di espansione del brand LVMH nella Perla dello Ionio, considerata ormai una meta di primo piano, e dunque di assoluto rilievo, nelle dinamiche di investimento del colosso mondiale del lusso in Italia.

D’altronde Taormina sta dando grandi soddisfazioni alla holding francese e la stagione appena conclusa ha portato risultati straordinari per Lvmh. Dior ha confermato il suo successo, il Louis Vuitton Café by Timeo ha impattato bene al suo debutto avvenuto in piena estate (a luglio, ndr) e glli alberghi, Timeo e Villa Sant’Andrea si confermano due realtà di riferimento dell’hotellerie di alto livello, apprezzate dalla clientela internazionale.

LVMH, il più grande gruppo di lusso al mondo – come evidenziato da TeleBorsa – “ha registrato una crescita organica dei ricavi del 14% nei primi nove mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022. Tutte le divisioni hanno riportato una crescita organica sostenuta dei ricavi nel periodo, con eccezione di Wines & Spirits, a fronte di una base di paragone elevata. Tenendo conto dell’impatto negativo del tasso di cambio (4%), i ricavi del gruppo sono aumentati del 10% a 62,2 miliardi di euro”.

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