HomeAttualità e CronacaLimite 30 km/h: a Taormina prepariamo le biciclette?

Limite 30 km/h: a Taormina prepariamo le biciclette?

Avanza in diverse parti d’Italia la tendenza dei sindaci ad imporre il nuovo limite di velocità a 30 km/h. Bologna guida la “rivoluzione” e nella località felsinea già si rimarca che sono in calo gli incidenti e c’è più sicurezza. Stando ai primi dati diffusi dal Comune di Bologna gli incidenti sono diminuiti del 21%.

“Si tratta di un primo trend che riteniamo positivo – è stato il commento dell’assessore Valentina Orioli – anche se siamo consapevoli che i dati statisticamente più consolidati li avremo dopo un periodo più lungo, di circa sei mesi”. Perché questa tendenza possa consolidarsi, continua, “Bologna deve continuare ad andare più piano come ha dimostrato di poter fare in queste prime due settimane, con la consapevolezza che, dati alla mano, anche nella nostra città comportamenti più prudenti e velocità più basse possono veramente fare la differenza nel salvaguardare l’incolumità di tutte e tutti sulla strada”.

Sulla questione chi ha già alzato le barricate con una direttiva è il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Sette pagine che in estrema sintesi bollano come “arbitrario” il limite generalizzato sulla maggior parte del territorio comunale. “Qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria”, scrive il ministero. La comunicazione si rivolge in primis a Matteo Lepore, sindaco di Bologna, ma anche alle altre città che in questi giorni stanno pensando di adottare iniziative simili. Un’imposizione generalizzata di un limite così basso “potrebbe causare intralcio alla circolazione e risultare pregiudizievole sotto il profilo ambientale, nonché dell’ordinata regolazione del traffico, creando ingorghi e code stradali”, si legge nel documento.

Il Mit ha ricordato anche che ci sono alcune condizioni per abbassare il limite dei 50 km/h. In particolare si parla di: assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso, anomali restringimenti delle sezioni stradali, pendenze elevate, andamenti planimetrici tortuosi ripici di nuclei storici e vecchi centri abitati, frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi di gioco e simili pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose. Al di fuori di queste zone “deve essere mantenuta una rete di strade con limite a 50 km/h”. Ogni deroga dovrebbe quindi essere motivata.

In sostanza, anche se il Codice della Strada permette ai Comuni di adottare disposizioni relative alla circolazione nei centri abitati, tale potere “deve essere esercitato nel rispetto del bilanciamento di interessi tra il diritto alla mobilità e alla liberà circolazione dei cittadini e le ineludibili esigenze di promozione della sicurezza della circolazione, tutela dell’ambiente, in chiave di prevenzione dell’inquinamento, del patrimonio artistico, ambientale e naturale, nonché nei casi di sospensione della circolazione, delle esigenze di sicurezza pubblica”.

La questione si porrà anche a Taormina? Ad oggi più no che sì, e d’altronde non stiamo parlando di una metropoli anche se qualche riflessione a ben vedere la situazione di alcune arterie (SS114 e SS185) potrebbe anche starci. Da queste parti, poi, si sa che Salvini non è particolarmente “amato”, il ministro ed il suo modus operandi riscuotono uno scarso indice di gradimento agli occhi della gente, che diventa una percentuale prossima allo zero per cento agli occhi dell’attuale sindaco Cateno De Luca, che lo ha messo da tempo in cima alla sua lista (politica) dei “nemici giurati”. Dal Ponte ad altre questioni, De Luca “cannoneggia” Salvini un giorno sì e l’altro pure, e chissà che Scateno non decida di valutare anche lui l’idea di prendere in considerazione l’ordinanza salva-vite sul limite di velocità. Fosse anche solo una scelta per andare contro alle posizioni di Salvini sul tema. A Taormina prepariamo bicicletta, monopattino e skate? Scenario al momento ancora improbabile ma da non escludere.

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