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L’ex campetto dei Salesiani di Taormina nel degrado totale: c’è una sola cosa da fare

TAORMINA – Si parla sempre, e spesso a sproposito, di possibile iniziative per rilanciare Taormina sul piano dell’aggregazione sociale e delle necessarie opportunità da dare ai giovani. In tanti casi magari qualcosa si fa ma si tratta di piccole cose che non incidono in termini significativi nelle dinamiche della comunità.

C’è un posto a Taormina che un segnale forte potrebbe darlo e che potrebbe rappresentare un modo per contrastare il disagio giovanile e la scarsa capacità che ha avuto il Comune di incidere da tanti anni a questa parte in tal senso. Ci riferiamo all’ex campetto dei Salesiani.

La storia la conosciamo. E’ il campetto dove sono cresciute intere generazioni di taorminesi e dove poi la chiusura dell’Oratorio e l’addio dei Salesiani alla città hanno portato ormai un decennio fa alla chiusura di quel cancello. Tutto si è fermato e si è inchinato davanti alle storture di una città che ha perso i suoi istituti religiosi e si è spogliata della funzione importante che queste realtà hanno avuto per tanto tempo.

Oggi l’ex campetto dei Salesiani è in uno stato di morte apparente. Lì dove un tempo lontano tutti abbiamo corso e giocato, lottato per un pallone e qualche volta anche litigato, ma sempre in un clima di gioia, c’è invece un silenzio imperturbabile. Regna il degrado e impera l’abbandono. Il campetto è stato venduto ad un privato e così ha cessato di battere il cuore di un piccolo grande pezzo di storia della Città di Taormina.

Un tempo a Taormina i ragazzi andavano a giocare in quel campetto, si incontravano, si ritrovavano. Oggi alcuni si danno appuntamento altrove, non sanno neppure come impiegare il loro tempo oppure si incamminano verso le strade più brutte. Compresa – diciamolo chiaramente – l’emergenza dello spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, tema dal quale in questo paese si sfugge ma che esiste eccome e coinvolge molte più persone di quante si immagina. E purtroppo diversi di quelli che sono finiti in questo giro sono ragazzini/e, a volte si tratta di famiglie in difficoltà e in altri casi ci finiscono pure i figli della Taormina bene.

Il campetto dei Salesiani così, se rifunzionalizzato, è un posto che potrebbe rappresentare una valida risposta a queste situazioni. Non è la soluzione ma sarebbe un’opportunità preziosa.

Il privato aveva presentato un progetto per riconvertire questo campetto in un parcheggio, con l’intento di realizzare una struttura multipiano e polifunzionale unitamente anche al vicino immobile, anch’esso dismesso dai Salesiani, dove c’erano un tempo le scuole. L’iniziativa venne stoppata nel 2020 da un parere negativo della Soprintendenza poiché la zona in questione è di livello di tutela 3. Era stata avviata nel luglio 2020 una conferenza dei servizi, poi interrotta dalla proponente di Aci Sant’Antonio, proprietaria dell’area, che aveva presentato uno studio di fattibilità, avanzando una successiva istanza agli uffici delle Belle Arti per un nuovo parere sulla questione. La Soprintendenza non ha cambiato idea e il caso si è avviato verso le aule di tribunale, senza che ad oggi si abbia notizia di sviluppi risolutivi per una riqualificazione dell’area.

Difficilmente, forse, si sbloccherà il progetto per un parcheggio ed è evidente che, al netto dell’interesse pienamente legittimo del nuovo proprietario che ora ha la titolarità dell’area, a Taormina il sentimento popolare si traduce nell’auspicio che quel parcheggio non veda mai la luce.

Tutto rischia di restare così per chissà quanti altri anni. Nel frattempo le erbacce continueranno ad invadere il campetto, giorno dopo giorno, istante dopo istante.

L’ex campetto adesso appartiene ad un privato e questa realtà va rispettata. La proprietà potrebbe continuare a puntare su quel progetto o anche lasciarlo nelle condizioni attuali per 10,20 o 30 anni e nessuno può farci nulla.

Ma a chi serve questo stato di cose? Alla città no, e nemmeno al privato che ha un immobile dal quale oggi introita zero euro. E allora forse è il momento del buon senso e una soluzione può esserci. L’unica che potrebbe sbloccare la vicenda.

Il nuovo sindaco Cateno De Luca e la nuova Amministrazione convochino la proprietà del campetto e si confrontino ad un tavolo per fare il punto della situazione e capire se ci può essere un punto d’incontro in grado di contemperare le posizioni del privato e del pubblico. Se il Comune dovesse dichiararsi contrario alla prospettiva di un parcheggio e di una struttura multipiano, potrebbe essere ragionevole l’idea di provare a convincere la proprietà a recuperare con una destinazione differente. Perché no, ripartendo ancora da quel campetto, in una versione più moderna con l’erba sintetica (e non più con quella vecchia pavimentazione che ha sbucciato per decenni le ginocchia di mezza Taormina). Il privato potrebbe averne un sicuro ritorno economico, e la città potrebbe ritrovare un luogo di grande impatto per la storia e forse ancora più strategico per dare una mano alle nuove generazioni taorminesi. Non è più il tempo del muro contro muro, è l’ora del dialogo. Parlarsi per costruire una svolta, si può e si deve.

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