TAORMINA – La crisi non risparmia nessuno e si fa sentire anche a Taormina. Prima la pandemia, adesso anche la guerra e il caro-vita con l’aumento delle bollette e l’impennata dei prezzi per i generi di prima necessità: così continua il momento a dir poco complicato per gli operatori economici che tentano di resistere al momento complicato, in attesa di tempi migliori che si spera vivamente possano arrivare in fretta.
Ci sono le storie delle aziende importanti che guidano la prima linea imprenditoriale della città, i grandi gruppi che fanno operazioni finanziarie importanti e muovono ancora adesso cifre di rilievo. E poi ci sono le “retrovie”, il terreno di quelli che stanno soffrendo e subendo in modo più pesante l’onda lunga di questa crisi, ed è qui che consolida anche il trend che forse più di ogni altro simboleggia questa fase di sofferenza.
Oltre alle richieste di finanziamenti e prestiti per importi robusti anche da 100-150 mila euro, al di là anche delle pratiche più diffuse che stanno riguardanti richieste di sostegno economico con procedure riferite ad un tetto massimo di credito di 30 mila euro, si stanno registrando infatti negli istituti bancari della Perla dello Ionio richieste per importi decisamente molto più bassi.
Risulta che si siano verificati casi di richieste di prestiti anche da circa 3 mila euro, da restituire poi entro 60 mesi. In sostanza, la crisi spinge le persone a chiedere anche cifre molto basse per l’esigenza di avere una liquidità immediata nell’arco di pochi giorni e per fare fronte così alle incombenze quotidiane, non soltanto imprenditoriali/commerciali ma anche per vicissitudini strettamente personali.
E’ un trend che avanza, decisamente in controtendenza con i tempi passati. Siamo di fronte ad una nuova fase che deve fare riflettere e si caratterizza per i riverberi asfissianti di una crisi che morde, sembra quasi non voler finire mai e assomiglia sempre più ad una montagna da scalare a mani nude.
