HomeAperturaIsraele-Hamas, è il tempo della guerra e della follia

Israele-Hamas, è il tempo della guerra e della follia

Volge al peggio la situazione tra Israele e Hamas e la guerra – la fase più cruenta di un conflitto già in corso – è ormai ad un passo. Israele ha fatto sapere che non accetterà alcun cessate il fuoco nella guerra contro Hamas, perché farlo significherebbe «arrendersi ad Hamas, arrendersi ai barbari». Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa coi giornalisti stranieri tenuta stasera a Tel Aviv, a poche ore dalla diffusione da parte di Hamas di un nuovo video con tre ostaggi israeliani, ma anche della notizia della liberazione in un blitz militare di una soldatessa rapita.

«Gli orrori compiuti da Hamas il 7 ottobre ci hanno mostrato come il male non scomparirà da solo. Siamo noi a doverlo estirpare», ha detto Netanyahu, indicando quello di oggi come «un punto di svolta per i leader e le nazioni di tutto il mondo: è tempo per tutti di decidere se siamo pronti a combattere per un futuro di speranza. E non realizzeremo quella promessa a meno che noi, il mondo civile, non siamo pronti a combattere i barbari. Perché loro sono pronti a combattere noi».

E’ “il tempo della guerra”, come lo ha definito Israele, è il tempo della follia generale, aggiungiamo noi, perché questo scontro rischia di diventare il detonatore di una contesa senza confini, anche tra le potenze straniere. Il terrorismo di Hamas e la risposta veemente di Israele sono le due facce della stessa medaglia: parti che ormai vanno verso una battaglia cruenta, senza alcun margine di trattativa e con gli alleati delle rispettive parti ad alimentare da fuori questa resa dei conti. Peggio di quanto avviene da un anno e mezzo tra Ucraina e Russia. “La guerra è una follia e una sconfitta per tutti”, disse Papa Francesco e aveva ragione ma in un mondo di sordi nessuno prova a fermarsi e a riflettere. Si passa alle armi come fossero “caramelle”, aggravando la condizione di un mondo già dilaniato dalla violenza.

Eloquenti, sulla situazione di queste ore, le parole del ministro della Difesa del governo italiano, Guido Crosetto. “La guerra tra Israele e Hamas sarà lunga. E Tel Aviv ha messo in conto che pagherà un prezzo altissimo a livello mediatico. Mentre se Hamas avesse avuto in questi anni il potenziale bellico di Israele non ci sarebbe più un ebreo in Palestina. Così si è espresso Crosetto sulla crisi in Medio Oriente e ha anche detto all’Europa di non illudersi: «Israele sta facendo quello che ha detto da giorni di voler fare. Andranno avanti. Vedremo quali potranno essere le conseguenze politiche. Certo, Israele non è Hamas. E, quindi, la reazione di Israele, per quanto dura, è la reazione dura di uno Stato democratico e di diritto che vuole colpire i terroristi di Hamas, non la popolazione palestinese». Il ministro del governo Meloni dice che «Hamas vuole la distruzione di Israele e di tutti gli ebrei. È questo il loro scopo». Mentre «è scontato che ci saranno conseguenze sui civili». E la diplomazia internazionale? Non pervenuta, inesistente come in Ucraina. Un flop totale che ha gravi responsabilità nel quadro geopolitico internazionale sempre più pericoloso che si va componendo e determinando su vari fronti.

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