HomeApertura"Giancoso" e Giorgia, spuntano i Servizi Segreti e la trappola

“Giancoso” e Giorgia, spuntano i Servizi Segreti e la trappola

Si sa ormai da tempo che la stampa italiana è alla frutta e la quasi totalità degli attuali appartenenti alla categoria un tempo non avrebbero trovato posto neanche negli sgabuzzini di Villa Arzilla, ma quella inglese non scherza. Il Daily Mail dedica un approfondimento alla vicenda della fine del rapporto tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno e la verve gossippara d’Albione va addirittura oltre i retroscena italici, con il popolare quotidiano popolare brittanico che la “spara grossa” e sostiene persino che la premier abbia fatto ricorso ai servizi segreti per risolvere la vicenda con l’ormai ex compagno.

Questa la versione dei fatti del Daily Mail: “Giorgia ha raccontato ad un altro intervistatore di aver spesso curiosato sul cellulare del suo partner: ‘Se gli uomini hanno fatto qualcosa di sbagliato, tu lo sai perché semplicemente non sanno come nasconderlo. Anche se hanno cancellato un messaggio di testo, inizio a fare tutte le ricerche. Guardo le telefonate di una settimana prima, tutte le foto… E, essendo Primo Ministro, aveva più risorse della maggior parte delle amiche sospettose quando si trattava di tenere d’occhio il suo amante”. Per gli inglesi la Meloni avrebbe utilizzato i servizi di sicurezza per controllare Giambruno. “Chiamo i servizi segreti”, è lo scoop al veleno, lanciato contro il primo ministro. E poi, sempre il Daily Mail cita pure il “Matteone” leghista: «Ho anche un amico al Viminale che si chiama Matteo Salvini. Gli chiedo: ‘Senti, scusa, mi servono le stampe di questi tabulati telefonici’.

Il “caso Giancoso” accende, insomma, la fantasia britannica con una ricostruzione che sembra alquanto fantasiosa e che ora rischia, tra l’altro, di finire nel mirino della premier che potrebbe decidere di rendere pan per focaccia agli inglesi e chiamarli a rispondere di questi pesanti sospetti.

Ma il punto è: si può immaginare che le leader di Fratelli d’Italia possa essere stata così ingenua da aver fatto ricorso al Viminale per dirimere questa storia? Sembra inverosimile, noi non ci crediamo, forse ci crederanno per suggestione quelli della sinistra italiana che ormai, anziché dedicarsi a dare un’alternativa politica al Paese, vivono sull’onda dei livori anti-meloniani come un tempo avveniva contro Berlusconi e che magari faranno pure qualche interrogazione parlamentare arringando l’abuso di potere e la richiesta di dimissioni del premier.

Ci manca soltanto che gli inglesi diano per vero l’audio fake di Meloni che dice: “A Giancoso, io te rovino”. Un esilarante audio WhatsApp che gira sui social in cui si sente la voce ovviamente finta di Giorgia Meloni.

Ma non dovrebbe forse esserci, intanto, una linea di confine da capire e da tracciare per separare la sfera pubblica da quella privata? Lo slancio di frenesia scandalistica d’Oltremanica rischia di superare di gran lunga quelli di casa nostra e non porta da nessuna parte se non al perpetrarsi di un clima di chiacchiericcio spicciolo su dinamiche che dovrebbero restare personali. A maggior ragione quando c’è di mezzo anche una bambina, che giustamente Giorgia Meloni vuole proteggere da tutto questo trambusto mediatico.

Sempre secondo, tra i vari passaggi del pezzo in questione, dietro a tutto il “caso Giancoso” ci sarebbero comunque i Berlusconi: “L’Italia è una terra di teorie del complotto e ci sono decine di versioni di quello che accadde dopo. È possibile che la famiglia Berlusconi abbia dato il via libera alla diffusione dell’episodio orribilmente imbarazzante del microfono caldo di Giambruno per ferire deliberatamente la Meloni”. Questo invece è un altro capitolo, e lì il sospetto che qualcuno abbia cercato di metterci la “manina”, anzi il gambone, per sgambettare la Meloni probabilmente è ronzio presente nella testa di tante persone e anche della diretta interessata. Se poi nel 2024, per caso, dovesse esserci qualche discesa in campo eccellente nella politica italiana, a quel punto il cattivo pensiero diventerebbe una quasi certezza. Nel frattempo, al netto di un governo che non decolla, la morale della favola è che lo scandalo Giambruno, che avrebbe dovuto travolgere o offuscare l’immagine della Meloni, in realtà da questo punto di vista non l’ha scalfita e la leader di Fratelli d’Italia è stata brava a non cadere nel trappolone. Scaltra nel farsi scivolare addosso la bufera e schivare l’imboscata. Con buona pace dei nemici.

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