Francesco Guccini all’età di 81 anni regala un’intervista da manuale che merita spazio ed è soprattutto in grado di racchiudere i paradossi e i paraculismi dell’Italia attuale e di una società che nonostante la pandemia non ha ancora imparato diverse lezioni sul “come” ripartire.
Il cantautore modenese, tra le più rappresentative e popolari voci (ed intelligenze) italiane, vanta una carriera cinquantennale nella quale ha pubblicato oltre venti album di canzoni. Su “La Stampa” ha rilasciato una interessante intervista che riportiamo e non necessita di altre parole in più se non i nostri complimenti al Guccini-pensiero.
Ha visto Sanremo?
«Mio malgrado. Lo guardava mia moglie».
Le è piaciuto?
«Ho pensato che io ho fatto un altro mestiere».
Cioè?
«Non mi sono mai infilato una piuma di struzzo nel culo per cantare».
Ne stiamo uscendo migliori come ci si riprometteva di fare?
«Ne stiamo uscendo uguali o forse peggiori. Ho sentito che hanno assalito il virologo Bassetti mentre prendeva un aperitivo con la moglie: il problema è che la gente non ha più cultura».
Cosa intende dire?
«Una volta c’erano due culture, quella delle élite e quella povera, contadina, che oggi è scomparsa. La cultura di adesso è solo televisiva, non si legge più, e si sente chiunque pontificare su qualunque cosa».
«Una volta c’erano due culture, quella delle élite e quella povera, contadina, che oggi è scomparsa. La cultura di adesso è solo televisiva, non si legge più, e si sente chiunque pontificare su qualunque cosa».
Lei frequenta i social?
«No, sono tremendi».
Però consentono a tutti di esprimersi.
«Della serie uno vale uno? Auguri!».
E la scuola? Il suo ruolo?
«Non c’è più rispetto per gli insegnanti. Mi tocca dire che l’unica riforma seria è stata la riforma Gentile del fascismo! Capisco che poi le medie unificate siano state un progresso, ma adesso escono dalle elementari che non sanno nemmeno leggere e scrivere».
