TAORMINA – La guerra in Ucraina paralizza il turismo “big spender” riguardante i flussi provenienti dalla Russia, costretta da Vladimir Putin a una guerra priva di ogni senso. Pagano con la vita tanti innocenti e la questione, alla fine della catena, si riflette anche sul turismo, che dopo due anni di pandemia subirà un’altra botta non di poco conto.
C’è da fare i conti con la guerra e con la pioggia di sanzioni e restrizioni imposte dall’Occidente alla Russia e ai flussi economici e bancari russi. Anche se, per il momento, è solo un arrivederci la decisione dei maggiori player del lusso di chiudere i propri store russi, a seguito dell’intensificarsi della guerra in Ucraina, avrà un impatto pesante sul settore del luxury. Appare prevedibile che in assenza di una svolta che sembra al momento lontana, la stagione 2022 sarà segnata dagli accadimenti in Ucraina e da un pezzo importante del turismo di lusso che verrà a mancare. Vale per tutti e varrà anche per la Sicilia e Taormina, capitale del turismo siciliano, dove i russi nell’ultimo ventennio hanno guidato lo shopping di lusso.
Secondo gli analisti di Bain&Company i consumatori russi pesano oggi sul mercato mondiale dei beni di lusso per circa il 2-3%, con un’incidenza simile anche sul segmento dei beni di lusso personali (accessori, abbigliamento, hardluxury e beauty) e l’impatto del conflitto sul mercato globale del lusso, sarà legato principalmente alla sua durata e alle conseguenze economico-finanziarie. Taormina aspetta il corso degli eventi con apprensione e dopo due annate in cui la città ha visto svanire il 75% (2020) e il 64% (2021) delle presenze turistiche, ripartire senza i russi non è una premessa incoraggiante. Risalire la china di una crisi che non finisce è un’impresa che si fa sempre più difficile.
