HomeAttualità e CronacaPintaudi (Aipt): "Reagire alla crisi. Comune di Taormina faccia la sua parte"

Pintaudi (Aipt): “Reagire alla crisi. Comune di Taormina faccia la sua parte”

TAORMINA – Si avvicina la stagione turistica 2022 a Taormina e il presidente dell’Associazione Imprenditori per Taormina, Carmelo Pintaudi, fa il punto della situazione sulle prospettive immediate e future per la capitale del turismo siciliano. Il massimo rappresentante di Aipt non fa mistero della sua preoccupazione e sferza l’Amministrazione comunale a “fare la propria parte” in una fase in cui “non si può soltanto subire passivamente il corso degli eventi e Taormina deve decidere come difendersi dalla crisi e su quale turismo puntare”.

Siamo ormai prossimi all’avvento della stagione turistica – dichiara a TN24 Pintaudi – e, dopo la pandemia, ora incombono pure i riflessi ancora imprevedibili della guerra in Ucraina, e questo ulteriore evento drammatico di certo non aiuterà la nostra economia. Le prospettive, sino a qualche settimana fa, erano buone e contavamo di iniziare la stagione abbastanza presto, con la convinzione di andare incontro ad una buona stagione, adesso c’è un nuovo enorme punto interrogativo. Ma al di là delle dinamiche internazionali, preoccupa anche l’immobilismo dell’Amministrazione comunale al cospetto di una situazione in cui Taormina è in balia degli eventi. Prima la pandemia e adesso la guerra non possono diventare l’alibi per rimanere fermi ad aspettare il corso degli avvenimenti e subirli passivamente. La verità che non si può nascondere, e che è sotto gli occhi di tutti, è che a Taormina si rischiano dei fallimenti e non sono neanche pochi. Gli aumenti stanno diventando insostenibili, le aziende sono reduci da due anni di fatturato crollato e come potranno resistere di questo passo? Abbiamo detto tante volte che bisogna ripartire dalla tutela del territorio e da regole certe che, invece, non ci sono e anche lì dove esistono non vengono rispettate. Le regole sono fondamentali, non si può prescindere da questa premessa. Vale per il commercio e cascata i riverberi investono la qualità della vita e la vivibilità di questo nostro territorio. Il mercato non può essere più “inquinato” da situazioni di concorrenza sleale e da abusivismi”.

“Il turismo è cambiato, ha delle esigenze differenti e dobbiamo adeguarci a questo cambiamento. Non possiamo pensare che appena finirà la pandemia e quando – speriamo presto – sarà terminata anche la guerra in Ucraina, potremo ripartire dal 2019. Siamo nel 2022 e tante cose non sono più le stesse. La guerra rischia di evidenziare in modo ancora più netto del recente passato l’assenza di flussi importanti per Taormina, dove tutti sappiamo che si vive grazie ad un turismo che per l’85% è fatto di clientela straniera. Stando così le cose, non verranno qui i russi, ma anche il mercato americano e quello giapponese potrebbero mancare all’appello”.

“Siamo sconfortati per l’assenza totale di una visione futura della città e di una parvenza di programmazione, lo abbiamo ripetuto mille volte ma questo nostro appello è rimasto ascoltato dall’Amministrazione comunale, come del resto anche in precedenza. Noi imprenditori non vogliamo ristori ma che il territorio venga salvaguardato, perché da lì si può e si deve ripartire ed è l’elemento che può consentire alla città di presentarsi in modo migliore e alle aziende, piccole e grandi, di operare in condizioni ottimali. Vogliamo un territorio che sia economicamente sano. Sul Covid e sulla guerra non può avere alcuna colpa l’Amministrazione locale ma bisogna reagire come stanno facendo altre località che si stanno attrezzando e si faranno trovare pronte all’appuntamento già con questa stagione turistica. Qui si deve uscire una volta per tutte dall’atteggiamento provinciale, costruire il futuro facendo rispettare le regole ed alzano il livello dei servizi. Come vogliamo difenderci dalla crisi e su quale turismo vuole puntare Taormina? Prima o poi lo si dovrà decidere, non c’è altro tempo da perdere e la risposta non può essere soltanto il solito modo per personalizzare le discussioni né per fare delle polemiche che, mai come oggi, non servono a nessuno”.

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