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Frazioni di Taormina, per ora il cambio di passo non c’è

Trappitello, SS185 - 4 gennaio, ore 9.41

TAORMINA – Comincia il 2024 e al tramonto dei canonici 6 mesi di “luna di miele” della nuova Amministrazione a Taormina è tempo di primi bilanci su uno dei terreni sui quali sono puntualmente scivolati (o cadute, a seconda dei punti di vista) i vari governi della città. Tutti e nessuno escluso.

Il cambio di passo o di marcia, che dir si voglia, al momento nelle frazioni non si è materializzato. Prove tecniche di trasmissione, sarà che serve tempo ma sin qui si è visto un copione non troppo distante da quelli del passato. Le periferie, consegnate al loro destino da tempo immemore, proseguono la lunga, lunghissima, traversata nel deserto, verso una riqualificazione e valorizzazione complessiva del territorio che fatica a concretizzarsi in termini significativi.

A Mazzeo si è vista, in buona sostanza, la pulitura post-maltempo delle grate (con le tubature che, a quanto pare, erano ormai intasate da un’altra era geologica) e c’è stata poi la rimozione di quell’obbrobrio che aveva occluso il passaggio ai cittadini in un marciapiede pubblico all’ingresso della città: a tal proposito, ora però si attende che il privato faccia partire pure i lavori di demolizione del vecchio complesso che resta pericolante. Poi vabbè è arrivato il Natale con l’albero in piazza Pino, tra baci, abbracci e mandolinate. Un pò poco, in una frazione dove, al netto del via all’iter avviato per la bandiera blu, ci aspetta decisamente altro e – ribadiamolo – non si comprende perché il Comune di Taormina stia continuando a buttare via risorse preziose per il pagamento del canone di affitto (già versato sino a marzo 2024) per una Delegazione che rimane perennemente chiusa. Era uno spreco prima, è uno spreco adesso. A proposito: sempre a Mazzeo bisognerà ricordarsi di mettere le nuove targhe nelle vie. Il Comune deliberò l’acquisto di quelle targhe nel lontano 2012, poi nel 2015 vennero consegnate e nell’agosto 2023 l’attuale esecutivo le ha scoperte a marcire a deposito proprio nel retro della delegazione di Mazzeo ma a questo punto le targhe vanno tirate fuori da lì.

A Trappitello è stata effettuata qualche apprezzabile attività di pulitura e manutenzione (in particolare al cimitero e in altre zone) ma rimane tanto da fare. La strada principale, la Via Francavilla, che rappresenta anche il primo impatto visivo per chi raggiunge la frazione, non è cambiata di una virgola, si evidenzia il solito caos in diversi orari della giornata e in altri momenti (in serata) – aspettando gli autovelox – imperversano i soliti imbecilli che sfrecciano a briglie sciolte. L’arredo urbano rimane fatiscente. Ci si aspetta che diverse strade vengano asfaltate e che in alcuni punti venga decisamente migliorata l’illuminazione (ad esempio la Via Arancio dove c’è, tra l’altro, una scuola frequentata da tanti studenti, il “Pugliatti”). E che dire dei marciapiedi di Trappitello, che non vengono sistemati da quando Pupo trionfava allo Zecchino d’Oro e Wanna Marchi esordiva in tv con Gran Bazar. Sul fronte scuole è stata fatta la scelta di trasferire l’infanzia all’ormai ex delegazione, dove però, al netto delle valutazioni economiche, qualcuno avrebbe potuto far notare alla Giunta che creare altro movimento veicolare sulla SS185 e aumentare la pressione su quell’arteria non è la scelta migliore del mondo.

Inoltre, la raccolta rifiuti mostra l’impietoso segnale distintivo della spazzatura che rimane spesso accatastata su un lato della SS185, sempre nello stesso punto, all’imbocco della Via Leoncavallo. Poi viene rimossa e poco dopo riappaiono altri sacchetti, come fosse il “gioco dell’Oca”.

Forse l’unica frazione in cui qualcosa di confortante si comincia a intravedere è Mastrissa, dove è stata disposta anche la realizzazione della toponomastica con i nomi delle vie e qualche intervento è stato fatto. A Mazzarò e Isola Bella come a Bruderi, Chianchitta e Palì invece la situazione è praticamente invariata.

Si dirà che si tratta di criticità ereditate e si parla di mancanze accumulatesi in decenni, che non si aggiustano in 10 minuti, sicuramente non manca la buona volontà ma qualcosa in più si poteva e si può fare. Soprattutto è legittimo il sentimento della gente che ad oggi non è contenta e non misura il grado di attenzione al territorio in occasione dei brindisi per le inaugurazioni o nelle feste di Natale, Carnevale e Pasqua. E allora ora comincia il momento della verità, in cui bisognerà accelerare e andare oltre la liturgia delle pregresse responsabilità altrui. Da 30 anni a questa parte nelle frazioni di Taormina non è stato fatto nulla, zero o quasi, e su questo nessuno può eccepire una virgola, ma il 2024 sarà già il tempo delle risposte, per capire se una discontinuità con quel passato ci sarà oppure tutto rimarrà identico. I lacci del bilancio non possono sempre giustificare tutto.

Tra un paio di mesi si tireranno le somme del primo anno di questa Amministrazione. Ora si fa sul serio, ci si aspetta un cambio di passo altrimenti si rischia di dare vita al refrain in salsa taorminese di un noto film, con “gli onori al comandante, gli oneri alla ciurma e una gazosa al popolino”.

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