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Dopo De Luca a Taormina: triplo indizio. Il piano cateniano, chi rimane in corsa

TAORMINA – Cateno De Luca mette Bruxelles nel mirino, le vicende di Taormina sono sempre più lontane e il sindaco ha già profetizzato per il 2026 l’anno in cui molto probabilmente si tornerà a votare a Palermo e Roma, e di riflesso – se così sarà – anche nella Perla dello Ionio con le dimissioni anticipate del sindaco. Le parole pronunciate dal primo cittadino alla recente assemblea di Sud chiama Nord accendono i “sogni di gloria” degli adepti deluchiani, pronti a tutto per la nomination. In palio c’è la designazione da parte di De Luca alla sua successione.

I nomi dei pretendenti in corsa su questo fronte li sappiamo già, li abbiamo fatti con largo anticipo e con dovizia di particolari su TN24, e – al netto di colpi di teatro o sorprese in stile-Basile (attenzione quindi e ricordiamoci sempre come andò a finire a Messina nel 2022), è partita la lunga corsa per la scalata al palazzo municipale.

Massimo Brocato, Giuseppe Sterrantino, Jonathan Sferra, Pinuccio Composto, con il jolly Salvo Puccio (e forse un altro jolly ancora) da tenere sempre in conto: queste le carte del mazzo. Alla fine ne rimarrà uno e il candidato sindaco lo sceglierà Cateno De Luca. Dovrà essere un cateniano doc, 100%, ad immagine e somiglianza del capo. Come diceva il Cavaliere Mazzetti: “Non lo voglio interno cotone ed esterno lana, ma lana-lana cotone-cotone“. Senza se e senza ma.

De Luca parte con la campagna elettorale per le Europee, arremba e chiama all’adunata gli alleati, ma la “madre di tutte le battaglie” era e rimane quella delle prossime Regionali. Bruxelles è un’altra tappa di avvicinamento, importante, strategica, di preparazione all’assalto finale alla poltrona occupata oggi da Renato Schifani. La presidenza della Regione è l’obiettivo totale del leader di Sud chiama Nord, che ha la grande convinzione di poter centrare il bersaglio e lascerà Taormina quando avrà la certezza che si tornerà a votare a Palermo. Nel frattempo De Luca sta già pianificando anche quelle che potrebbero poi essere le posizioni dei suoi “fedelissimi” se dovesse realizzarsi il sogno di approdare a Palazzo d’Orleans.

Il sindaco di Taormina ha già confessato che in caso di elezione a presidente della Regione la prima cosa che farà sarà quella di nominare direttore generale il “fidatissimo” Salvo Puccio, attuale direttore generale del Comune di Messina e della Città Metropolitana di Messina (l’ex Provincia regionale). Idealmente De Luca non ci penserebbe 10 secondi a candidare proprio lui come sindaco per la sua successione a Taormina e mai dire mai, perché si sa che Puccio rimane un paio di passi avanti rispetto agli altri nelle considerazioni cateniane. Ma prevale l’orizzonte del desiderio di portarlo con sé a Palermo, anche perché forse Taormina sarebbe un pò una diminutio dopo questa stagione da protagonista a Messina, nella quale oggi Puccio ha un ruolo di doppio dg e un peso specifico non inferiore a quello del sindaco Basile e, non a caso, è sempre presente al suo fianco, in ogni conferenza e in tutti gli appuntamenti pubblici.

Chi ha scalato, intanto, posizioni nelle gerarchie di De Luca, anche qui lo si è detto, è Massimo Brocato, esperto del sindaco e sin qui in sostanza reggente del Comune di Taormina nei periodi di assenza del primo cittadino, con il compito di affiancare la Giunta e di guidarla da “tutor”, con pieni poteri. Brocato è entrato di diritto nella corsa per il dopo-De Luca a Taormina, lui però preferirebbe ricoprire un ruolo tecnico. E così Brocato, che attualmente, ricordiamo, oggi è uno dei tre componenti del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Autostrade Siciliane (indicato da Sud chiama Nord) potrebbe andare a ricoprire un incarico ancora più prestigioso. De Luca, sempre in caso di conquista delle “chiavi” della Regione, prenderebbe in considerazione l’opportunità di affidare all’ing. Brocato la presidenza del Cas.

Per il dopo-De Luca c’è pure chi fa il nome a sorpresa di Danilo Lo Giudice. In fondo per lui vale lo stesso discorso di Puccio. Nei giorni scorsi è stato nominato coordinatore regionale di Sud chiama Nord, e a quanto pare sarà in corsa per l’Europarlamento a giugno. Il movimento deluchiano punta al raggiungimento della soglia del 4% e vuole arrivare a Bruxelles con De Luca capolista e poi Laura Castelli, ma in corsa c’è anche il fedelissimo Lo Giudice. Il quadro definitivo delle alleanze delineerà meglio la situazione, equilibri e posizioni per il presente e per il futuro.

E’ uno scenario ad incastri nel quale a Taormina, stando così le cose, potrebbero anche restare in corsa soltanto Jonathan Sferra, Giuseppe Sterrantino Pinuccio Composto. Una sfida a tre per l’eredità deluchiana. Sarà davvero così? Chissà, il 2026 è lontano ma anche vicino, a seconda della prospettiva. Sferra – ribadiamolo – resta il favorito e guida la volata, gli altri due non mollano, inseguono a ruota e vogliono il sorpasso. Ora tutti in sella, alla bersagliera.

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