HomePoliticaDopo De Luca a Taormina: gli altri possono attendere, Composto no

Dopo De Luca a Taormina: gli altri possono attendere, Composto no

TAORMINA – Il sindaco De Luca si “scatena” sempre di più nelle vicende politiche romano-palermitane e a Taormina il momento del ritorno alle urne non è lontano. Così l’attenzione si sposta sulla competizione tutta interna alla maggioranza per la designazione del candidato che esprimerà questa Amministrazione per il dopo De Luca. Il pretendente alla fascia lo sceglierà, evidentemente, Cateno, tutto il resto è poesia e aria fritta. Massimo Brocato avanza di gran carriera, Jonathan Sferra vuole difendere la pole position, Giuseppe Sterrantino punta anche lui all’investitura e in corsa c’è anche Pinuccio Composto. La sfida è lanciata, con l’ombra del quinto aspirante sempre da tenere in considerazione (Salvo Puccio in primis). Ma se gli altri potranno permettersi di giocare una partita più o meno in “religiosa” attesa, quatti quatti perché chi per un motivo e chi per l’altro, sono tutti contendenti interni alla scuderia politica di Sud chiama Nord, il tema sembra non essere lo stesso per il presidente del Consiglio comunale.

Composto ormai è entrato anche lui nella “famiglia” di Sud chiama Nord, si è mosso per il tesseramento in tandem con l’esperto Brocato, gode della piena fiducia di De Luca e la sta ricambiando in modo altrettanto significativo. Non è un caso che in Consiglio comunale Composto abbia dato il segnale chiaro di come vuole condurre i lavori d’aula, sbarrando la strada alle polemiche e senza concedendo margini di manovra all’opposizione nelle poche (pochissime in verità) e deboli fiammate di contestazione all’operato della maggioranza. Ma Cateno sa anche che il buon Pinuccio ha una sua storia, un suo percorso e un vissuto. E’ uno che ha messo alla frusta l’allora Amministrazione Turiano tra il 2002 e il 2006, è stato poi protagonista nella breve e successiva esperienza del governo D’Agostino e tra il 2013 e il 2018 aveva fatto un opposizione pungente nell’era Giardina. Conosce la materia e non necessita di apprendistato. E’ un politico di lungo corso. Lo è assai più degli altri sfidanti per la fascia. E i politici, si sa, al di là della fedeltà del momento e dell’approccio dolce di questa stagione, non si possono mai considerare domati nel senso pieno del termine.

Ecco perché Composto si trova a dover giocare una partita complicata, dalla stessa ottica odierna ma con un curriculum differente. Ed è una partita, la sua, per molti versi rischiosa. Dopo il rientro a sorpresa sulla scena della scorsa primavera, Composto si trova davanti ad un’occasione senza precedenti di giocarsi le sue chance per la futura sindacatura. Ma la strategia attendista può diventare un boomerang, perché la storia insegna che De Luca predilige profili emergenti e targati 101% De Luca. Composto stavolta, a differenza del passato, ha dalla sua parte i numeri per ritentare l’assalto alla prima poltrona di Palazzo dei Giurati ed è un elettorato suo, ma rischia di trovarsi imbrigliato tra le maglie di un’attesa che potrebbe poi non pagare e con il clima di malcontento, che intanto monta in città e non aiuterà nella prossima competizione. Sin qui Composto lavora ai fianchi del leader, va in marcatura stretta e gioca di sponda in un interessante asse con l’esperto Brocato, avendo comunque un suo piccolo vantaggio: la consapevolezza di poter contare su un peso elettorale superiore a quello dei suoi alleati-rivali. Ma basterà? Come detto, si sa che Cateno ha sempre fatto valutazioni che esulano dal bilancino del pacchetto voti e ogni suoi incoronato deve dimostrarsi un Cateniano doc, senza se e senza ma, dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi. Anche perché De Luca non vuole più ripetere né rivivere le delusioni cocenti dei tradimenti e voltafaccia incassati in tempi recenti su altri fronti.

Aspettare con la grande speranza di spuntarla ma correndo il rischio fatale di farsi logorare e beffare, oppure rompere gli indugi e cominciare a ribaltare la prospettiva giocando un’altra partita e marcando il territorio “alla Composto”? Il bivio presidenziale è alle porte.

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