HomePoliticaDe Luca carica: "Si sono mangiati Taormina. Se apro l'armadio..."

De Luca carica: “Si sono mangiati Taormina. Se apro l’armadio…”

TAORMINA – All’indomani del suo comizio a Trappitello, Cateno De Luca rincara la dose nella sua diretta social della domenica mattina e sferra un altro pesante attacco pubblico alla politica taorminese.

“A Taormina – ha detto De Luca – abbiamo fatto un’altra tappa e abbiamo chiarito altre cose. Ho chiesto nuovamente alla classe politica taorminese di rispondere ai miei quesiti e altri ne ho posti. Per me la scelta di continuare la politica nei palazzi municipale è un sacrificio. Dopo Messina ormai vorrei dedicarmi al percorso tracciato e che non intendo abbandonare, non sono interessato a ruoli come un ministero e voglio chiudere la mia carriera da sindaco di Sicilia, creando le condizioni anche per un movimento meridionalista forte. Ma Taormina posso dare un contributo di esperienza e competenza per una città importantissima, perla del turismo e patrimonio non soltanto dei taorminesi ma dell’umanità. Mi piange il cuore vedere sotto il profilo amministrativo e contabile una città in ginocchio, dove è stato dichiarato il fallimento contabile. Gli ultimi 30 anni di politica taorminese l’hanno massacrata e ridotta così. Io posso essere una risorsa, non intendo essere un soggetto ingombrante. Si mettano da parte le faide politiche. Io sono pronto a dedicare 5 anni alla Città di Taormina. Le mie 24 ore e la settimana a Taormina non si possono paragonare con intere giornate di altri che hanno scaldato la poltrona, non lo dico io, lo dicono i dati statistici”.

“Mi dispiace che qualcuno a Taormina si stia muovendo in modo volgare e che si sia messo in testo di lavorare sul fronte anti-straniero, che sarei io, non capendo che lo straniero in una comunità è chi lavora contro la comunità e non risolve i problemi della comunità stessa, pretendendo di rimanerne a capo. Quel modo di fare non significa amare la comunità. Vorrei dire a tutti questi politici che si riuniscono per fare le sedute spiritiche, volete analizzare perché queste criticità sono lì da 30 anni e nessuno le ha mai risolte. Date una risposta, per il resto ho dimostrato che quando io faccio il sindaco, con i fatti amo la comunità che amministro più degli stessi soggetti che si definiscono appartenenti alla comunità per nascita o perché ci vivono. Chiedete a Santa Teresa di Riva e a Messina. C’è gente lì come a Taormina che si vantava del proprio attaccamento alla città, qui però l’attaccamento è quello delle sanguisughe che succhiano. Ma quanto volete succhiare? Non c’è più niente da prendere. La Città è stata dichiarata fallita, sotto il profilo contabile. Vi siete mangiati una città e ho fatto alcuni esempi. Fate un passo indietro, è meglio. Ora ci vuole una rottura, riorganizzare e sgomberare il palazzo. Io vengo in pace ma se mi sfidate è chiaro non mi tiro indietro. Non voglio assolutamente aprire l’armadio delle porcherie taorminesi, di come sono state sfruttate le Istituzioni per fare ben altro. Non mi interessa aprire quell’armadio, non devo fare il sindaco a tutti i costi a Taormina. La città queste porcherie le conosce, forse non ha avuto sinora alternative e le ha sopportate. Ora un’alternativa c’è, se la gente la vuole, altrimenti faccio il mio saluto conclusivo e finisce il mio ruolo di aspirante candidato sindaco”.

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