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De Luca carica Alemanno: “Hai la sindrome del capetto. Fatti una cura di fosforo”

Gianni Alemanno, segretario nazionale del Movimento Indipendenza, dice no all’accordo per le Europee con Cateno De Luca e il sindaco di Taormina passa subito al contrattacco.

“Ora mi sono rotto le scatole. Noi abbiamo rinunciato alla mela del peccato dell’accordo con Calenda e al posto sicuro a Bruxelles. Ho visto stasera in tv il “plotone di esecuzione” contro di noi e mi ha fatto “schifo” quella impostazione. Cosa c’entro io con Vannacci e Bandecchi? Loro hanno improvvisato la politica, anzi il fare politica con uno che fa politica da quasi 40 anni e ha rappresentato cinque comuni diversi. C’è stato dileggio da parte di un economista nei confronti di Laura Castelli, alla quale va la mia solidarietà piena. Sono segnali ben precisi, e se ci hanno dedicato mezz’ora in prima serata, un motivo ci sarà o no. Io non faccio politica gridata, amministro le città e dove ho amministrato ho lasciato bei risultati. Avete capito, ignoranti?”.

“E ora passo ad Alemanno, per chiarirsi una volta per tutte. Si vuole far saltare il progetto per le motivazioni dette in assemblea. Sulla questione dell’emendamento sulle firme, non so se Gianni ha un problema a parlare chiaro con Fratelli d’Italia, bastava dire che Sud chiama Nord ha l’esenzione perché ha eletto dei parlamentari il 25 settembre 2022. Questo governo ha tentato di farci fuori e ha dovuto correggere il tiro. Metterci ora una pezza è peggio del buco e nel caso di Alemanno non capisco il perché. Io non ho niente da nascondere e sarò chirurgico in via definitiva. Alemanno ha fatto parte del governo Berlusconi con Castelli e Maroni e ora parla di problema politico perché ho messo nel simbolo il gruppo dei leghisti di Castelli? Gianni, ritorna in te”.

Alemanno, ricordiamo, ha motivato così il no a De Luca: “Non si può mettere insieme chi viene dalla regione dell’Etna e chi fino a ieri diceva “forza Etna”. E soprattutto non si può rivendicare sovranità nazionale nei confronti dell’Europa se l’unità nazionale non viene preservata adeguatamente. Il problema è politico e noi lo evidenzieremo con il nostro “Manifesto contro l’Unione Europea, per un’Europa dei popoli” su cui siamo pronti al confronto e all’alleanza con tutti, ma solo in base ad una proposta forte e chiara”.

Da qui l’affondo di De Luca nei confronti dell’ex sindaco di Roma: “Diciamo che tu e Marco Rizzo volevate condizionarmi, a Roma ci doveva essere una conferenza stampa prevista da 15 giorni. Volevate fare asse nei miei confronti e io l’ho detto che chi si sarebbe presentato giovedì avrebbe avuto il simbolo al centro, non consento a nessuno di dire ca**ate. Quale problema politico c’è? Non ci sto a sentire certe cose e non vi consento di usare Cateno De Luca come alibi, come se io avessi voluto far pesare qualcosa a qualcosa. State giocando a fare i capetti inutili. A me la vita non cambia con le Europee, esistiamo già, le firme le abbiamo e pure il diritto al 2×1000. Può cambiare l’Italia se si rompe questa oligarchia centralista. Che bello tornare al Regno delle Due Sicilie, in uno Stato sovrano rispetto all’Europa che ci sta sta succhiando il sangue. L’Europa deve fare il forte con i forti, non con i deboli. Meno Europa più Italia, meno Europa e più sovranità, meno Europa e più autonomia. Amministro i palazzi municipali e come funziona la macchina amministrativa lo so bene. E, allo stesso modo, con riferimento anche a chi stasera criticava in tv, non permetto di deridermi a chi non ha mai amministrato neanche un condominio”.

“Io pupulista? Io non sono populista né autonomista improvvisato. Dico a Gianni, correggi il tiro, perché con me non appiccica. Io sono stato eletto dal popolo e non dal sistemo, tu hai fatto il sindaco del sistema. Vieni nei comuni che ho amministrato io. Tu contesti Castelli che era con te nel governo Berlusconi. Dobbiamo fare la cura di fosforo per ricordare la storia? Mi offende il fatto che mi paragoni a Bandecchi. Prima mi fai i complimenti e poi mi dileggi? Io lo capisco che in direzione bisogna inventarsi gli argomenti ma qui si è costruita un’architettura, in particolare con il presunto problema del simbolo”. Alemanno non vuole fare l’accordo con noi perché ce l’abbiamo più “grosso”, abbiamo il simbolo più grosso del suo. Ma lo vuoi capire, Gianni, che noi abbiamo eletto i parlamentari e che il progetto si basa sulle nostre forze e le nostre risorse? E poi non avrei diritto di essere centrale nella strategia? E’ come quando uno vuole ospitare un amico a casa, e quello vede la casa, ti chiede la chiave e magari ti dice “ora vattene affa***lo”. Avete capito? Il problema è il mio secondo partner, Castelli, che era con Alemanno nel governo Berlusconi. Gianni Alemanno era ministro dell’Agricoltura, Roberto Castelli era ministro in quello stesso governo. Prima andava bene e ora no. Al mio amico Gianni devo portare il fosforo. Castelli ha risposto presente al mio appello, senza fare giochini di condizionamento. Mi rivolgo all’onestà intellettuale di Alemanno e gli dico di mettere da parte la sindrome del capetto. Lo invito di nuovo a ragionare. Lo vogliamo superare il 4% o no? Poi alle Politiche, se non ci sono le condizioni, mi faccio la mia strada con Castelli”.

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