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De Luca: “Bolognari, prenditela con me e lascia stare Longo, Garipoli, i veri sindaci amati dai taorminesi”

TAORMINA – Clima sempre più rovente per le elezioni a Taormina. Mario Bolognari ha respinto ieri sera, nel suo comizio a Mazzeo, ogni accusa sul dissesto finanziario a Taormina, allontanando qualsiasi ombra sulle proprie Amministrazioni. Il professore ha richiamato l’attenzione su debiti pregressi degli Anni 70-80 (“C’era una grande massa di debiti che si riferivano ad anni passati, addirittura a prima della mia prima sindacatura, Anni 70 e Anni 80”. Immediata la replica di Cateno De Luca, che nella sua diretta social oggi ha replicato sulle dinamiche riguardanti il piano di riequilibrio del Comune di Taormina e ha lanciato un messaggio all’avversario: “Prenditela con me ma lascia stare i sindaci del passato, quelli amati dai taorminesi, che non ci sono più e non possono difendersi da questa accusa”.

“Da questo momento il sindaco di Taormina lo chiameremo “Mister E’ colpa degli altri” – ha detto De Luca – . Dice che i debiti li hanno fatti gli altri e che risalgono agli Anni 70-80 e parla anche del cantiere chiuso per i lavori di Impregilo per la realizzazione dei parcheggi. Ma chi c’è adesso è stato già sindaco dal 1993 al 2002 e la Corte dei Conti dice che una parte dei debiti, 7 milioni, risalgono alla fase ante-2001, cioè a quando era sindaco lui. Vorrei chiedergli perchè dal 1993 al 2002 non è stato pagato nessun debito? Siamo certi che non c’è stato nessun nuovo debito dal 1993 al 2002? Bolognari dice che i debiti risalgono agli Anni 70-80 ma in quel periodo c’erano i sindaci più amati di Taormina, come Eugenio Longo e Nicola Garipoli, ancora adesso ricordati con affetto e amore dai taorminesi. Si tratta di persone che non ci sono più e non si possono definire. Ci vuole rispetto per l’onorabilità di questi sindaci e per i loro cari, come per Graziella Longo, attuale assessore tra l’altro della Giunta Bolognari e ci vuole rispetto anche per le figlie di Garipoli, come Antonella, che è assessore designato di D’Aveni e alla quale dò atto di aver avuto il coraggio e la forza di contrastare già in passato questo racconto mistificatorio”.

“Nel 1993 c’era questo cantiere dei parcheggi e Bolognari sostiene che il contenzioso parte da un fermo cantiere di un anno e mezzo prima della sua elezione. Ma nel 1992, prima di Bolognari, era sindaco Achille Conti, che anche lui ormai è scomparso e quindi si manca di rispetto anche a lui e alla sua famiglia che ha il nipote in lista con il professore. Allo stesso modo non si possono più difendere nemmeno Aurelio Turiano, che fu sindaco dal 2002 al 2006, e nemmeno Carmelantonio D’Agostino, che fu sindaco dal 2006 al 2007. Chiedo a Bolognari di prendersela con me e di lasciare stare questi sindaci, che erano sindaci amati dai taorminesi. La gente dice che non ricorda veri sindaci proprio dai tempi di questi sindaci che oggi non ci sono più. Quindi, se Bolognari dice che è colpa di tutti gli altri sindaci e che lui non ha nessuna responsabilità, chi rimane? Rimangono Mauro Passalacqua, poi sindaco dal 2008 al 2013 e che – visto che comizierà insieme a Bolognari -, vorrei sapere che cosa ne pensa del dissesto, ed infine Eligio Giardina, contro il quale si sono scatenati i creditori e ha dovuto amministrare in un “Vietnam” dal 2013 al 2018″.

“Sul piano di riequilibrio . continua De Luca -, la normativa diceva che un sindaco, entro i quattro mesi successivi al suo insediamento, poteva modificare il piano ereditato. Lui un piano di riequilibrio l’ha ereditato a Taormina, io l’ho ereditato a Messina. Io l’ho smontato e rimodulato, e si parlava di 550 milioni e 17.600 sentenze esecutivo. Io non ho dichiarato il dissesto, che sarebbe stata la cosa più facile. A Taormina il piano è stato lasciato lì. La relazione della Corte dei Conti la conosco bene e sapete cosa si legge in quella relazione? Che c’è stata un’interlocuzione dal 2018 al 2021 con la Commissione Ministeriale e la Corte dei Conti, perciò il Comune ha contro-dedotto in continuazione. E in tutte queste interlocuzioni e in tutto quell’arco di tempo, come mai il sindaco Bolognari non si è accorto che il piano – come lui sostiene – era “farlocco”? Era impegnato a fare rappresentanza e tagliare nastri?”.

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