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Bolognari: “Non ho responsabilità sul dissesto. Debiti a Taormina risalgono ad Anni 70-80”

TAORMINA – Mario Bolognari torna sul tema spinoso del default e ancora una volta afferma che le sue tre Amministrazioni (quella attuale 2018-2023 e quelle 1993-2002) non hanno responsabilità nella situazione debitoria che ha portato il Comune di Taormina al dissesto finanziario dichiarato nel 2021.

“Se le cose si possono fare e/o completare solo ora è per cause non ascrivibili a mie responsabilità. La buca, la rottura del tubo dell’acqua e le fognature sono normale amministrazione ma quando sono arrivato il Comune era in una condizione di sbilanciamento per una grande massa di debiti che si riferivano ad anni passati, addirittura a prima della mia prima sindacatura, Anni 70 e Anni 80. Ad esempio l’esproprio della piscina (10 miliardi di vecchie lire) e altri espropri, e poi il famoso appalto Impregilo. Quando sono stato eletto io (nel 1993, ndr) ho trovato il cantiere chiuso da un anno e mezzo e per quell’anno e mezzo di chiusura l’impresa ha chiesto una cifra spaventosamente alta che poi è arrivata nel tempo a 42 milioni di euro”.

“A febbraio del 2018 il Comune ha avuto il barbaro coraggio di approvare un piano di riequilibrio, poi a giugno ho vinto le elezioni. Quel piano di riequilibrio diceva un sacco di stupidaggini. Sosteneva che i debiti erano 18 milioni, mentre erano in realtà 83 milioni. I debiti censiti non sono quelli veri e i creditori non sono stati chiamati a sottoscrivere gli accordi per le transazioni. Il Ministero dell’Interno e la Corte dei Conti lo hanno stroncato. Abbiamo provato a difenderlo ma ci siamo dovuti arrendere. Qualcuno continua a dire che io ho dichiarato il dissesto. Io sono stato obbligato dalla Corte dei Conti, sezione Sicilia, a portare la delibera poi votata. L’ho dovuto fare perché la situazione era insostenibile. Quelle 51 pagine della delibera della Corte dei Conti la conosco a memoria, mentre qualcuno le studia, io già le conosco a memoria”. “Se uno ha un debito lo deve pagare comunque. O lo paga il marito o la moglie o il suocero, che in questo caso è la Commissione Liquidatoria, qual’è il problema? Dov’è lo scandalo? Tanto i debiti si dovevano pagare lo stesso. Il dissesto non è un fallimento, è l’inizio del risanamento finanziario”.

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