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Corruzione al parlamento europeo è solo la punta dell’iceberg

Potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, lo scandalo scoppiato al parlamento europeo per l’ipotesi di corruzione da parte di uno stato del Golfo persico che ha registrato l’arresto della vicepresidente del Parlamento di Strasburgo e il fermo di altre cinque persone.

In agenda per oggi c’è la seduta plenaria dell’assise, che per prima cosa prenderà atto della rimozione della greca Eva Kaili, in carcere perché colta in flagranza di reato, dall’ufficio di vicepresidente. Kaili è stata sospesa dal gruppo dei Socialisti e democratici e espulsa dal partito socialista greco.

La vicenda apre il vaso di Pandora delle influenze esercitate sulle istituzioni europee da paesi come il Qatar, che investono fiumi di denaro in attività di lobbying e di comunicazione con lo scopo di ripulire la propria immagine presso l’opinione pubblica. Uno scenario che se da un lato solleva sconcerto e stupore, dall’altro conferma le ripetute denunce di numerose Ong impegnate nella lotta alla corruzione.

Transparency International, una associazione che raccoglie più di 100 gruppi nazionali impegnati nel contrasto alla corruzione, invita ad allargare lo sguardo. Nicholas Aiossa, vicedirettore di Transparency International EU: “Sorprendente è che tutto ciò venga alla luce solo ora, dato il numero di europarlamentari presuntamente coinvolti. Da anni vediamo casi che riguardano membri dello staff e altri soggetti in vicende di corruzione che si riscontrano tra gli eurodeputati, relativi a indennità alterate o ad altre infrazioni. Davvero questa potrebbe essere solo la punta dell’iceberg”.

Le Ong denunciano anche il sabotaggio sistematico di ogni tentativo di introdurre regole di trasparenza da parte dell’Ufficio di presidenza del parlamento. “Nel corso di molti decenni, il Parlamento ha permesso che si sviluppasse una cultura dell’impunità, con una combinazione di regole e controlli finanziari poco rigorosi e una totale mancanza di controllo etico indipendente (o addirittura qualsiasi). Per molti versi è diventato una legge a sé. Ogni serio tentativo di migliorare la responsabilità viene bloccato dall’Ufficio di presidenza del Parlamento, con l’acquiescenza della maggioranza dei deputati. Il recente accordo segreto approvato dall’Ufficio di presidenza per la nomina del nuovo Segretario generale del PE è emblematico di un’istituzione che pensa che le regole di etica e integrità debbano valere solo per gli altri. È tempo di una riforma radicale. Come primo passo, la Commissione europea dovrebbe pubblicare la sua proposta, a lungo rinviata, sulla creazione di un organismo etico indipendente dell’UE, con poteri di indagine e di applicazione”, ha detto Michiel van Hulten, Direttore di Transparency International EU.

Fonte: Euronews

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