HomeEuronewsCorpi dilaniati in guerra: la nuova frontiera del giornalismo sciacallo

Corpi dilaniati in guerra: la nuova frontiera del giornalismo sciacallo

La guerra in Ucraina è ormai arrivata al 18esimo giorno, cresce il numero dei morti e dilaga la devastazione. Le strade ucraine sono piene di cadaveri di militari ma anche di vittime tra i civili. E’ l’orrore di guerra, che da sempre è questo e non altro, quanto di più disumano e inaccettabile esiste nell’umanità. E’ giusto e doveroso informare la gente di quello che sta accadendo in quella terra martoriata dalle bombe e ci sono inviati e reporter che sono lì per documentare i fatti. Ma in questi giorni oltre all’escalation di violenza stiamo anche assistendo ad un’altra escalation di violenza. In Italia (non sappiamo se idem in altri Paesi, perché noi possiamo parlare solo per quello che vediamo in Italia) è scattata la corsa al servizio televisivo con i morti in “bella mostra”.

L’avanzata dell’esercito russo sul territorio ucraino sta lasciando sul terreno atroci scene di guerra ma questo non autorizza i media ad insistere in continuazione con le immagini dei corpi dilaniati, che vanno in onda all’ora di pranzo e la sera, in prima serata. Sul web e sui social network si intensificano filmati e immagini raccapriccianti delle vittime della battaglia. Alcuni network chiedono addirittura ad inviati di guerra o reporter e free lance vari di spingersi nelle zone più rischiose dell’Ucraina sino a rischiare di finire sparati ai checkpoint russi. E tutto questo perché? Per filmare “scene forti”, “immagini incredibili”, così le definiscono, perché far vedere i morti rende un servizio “esclusivo”. La tv del dolore che mostra i cadaveri dei caduti in guerra e persino un deposito di corpi che viene raccontato con una dovizia di particolari stucchevole, fregandosene del fatto che dall’altra parte dello schermo magari ci sono anche i bambini.

L’informazione deve raccontare i fatti ma la morte merita rispetto, non la si può spettacolarizzare e non va data “in pasto” alle masse solo per incollarli alla televisione. Fare informazione è una cosa, ed è una cosa seria, speculare per logiche commerciali è un’altra storia.

C’è sempre un limite. Qui si sta oltrepassando il confine e ricomincia la solita giostra dello sciacallaggio mediatico. Noi ci schieriamo tra quelli che non mostreranno l’orrore dei corpi dilaniati dalla guerra. I morti si raccontano e si piangono, non si ostentano come “trofeo” in nome dello share, degli ascolti e dei like.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.