HomeAperturaChico Forti: "Da 24 anni in un carcere Usa"

Chico Forti: “Da 24 anni in un carcere Usa”

Un italiano condannato all’ergastolo. Gli altri, negli Stati Uniti in primis, vanno a prendersi i propri connazionali che sono indagati o detenuti all’estero e non occorre ricordare la vicenda di Meredith Kercher. L’Italia invece, al netto dei buoni propositi periodici, da tempo (tanto tempo) non è ancora riuscita a risolvere il caso dell’ex produttore televisivo e velista italiano. Nel 2000 è stato condannato per omicidio negli Stati Uniti d’America ed è lì che continua ad attendere una svolta che non arriva.

Il 23 dicembre 2020, l’allora Ministro degli Affari Esteri italiano Luigi Di Maio aveva annunciò con tono trionfale che il governatore della Florida Ron DeSantis aveva accolto con riserva l’istanza di Chico Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla CEDU, con la possibilità di essere trasferito e scontare la pena in Italia. Quell’annuncio non ebbe però alcun seguito: Chico Forti è rimasto negli Stati Uniti, le cui autorità hanno obiettato come la legislazione italiana, prevedendo degli sconti di pena, non dia sufficienti garanzie sulla certezza che il detenuto la sconti integralmente in carcere. Nella circostanza la giustizia statunitense ha ribadito la linearità della condanna di Chico Forti, giudicato colpevole di omicidio con delle prove ritenute chiare dalla legge americana e che l’interessato si rifiuterebbe, a sua volta, di pubblicare.

Sono in tanti a pensare, invece, che Forti sia innocente e che sia stato incastrato da qualcuno. Nel sistema giudiziario statunitense la richiesta di un nuovo processo può avvenire solo presentando prove sconosciute o non conoscibili all’epoca del dibattimento e in grado di modificare l’esito dello stesso. E così Forti resta dietro le sbarre.

L’incubo di Chico Forti inizia il 15 febbraio 1998. Dale Pike, figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach, Miami. Il corpo era stato denudato per simulare un omicidio avvenuto in ambito omosessuale. La polizia trova alcuni oggetti vicino al cadavere che erano caduti durante lo spogliamento, tra cui un visto turistico con le parole “Pike” e “Iberia”. Nel tentativo di identificare la vittima, la polizia va all’aeroporto di Miami e scopre che su un volo Iberia atterrato il giorno prima era presente un passeggero di nome Anthony Dale Pike, partito da Ibiza con scalo a Madrid. La polizia si informa e trova che a Ibiza esisteva un albergo di nome Pikes di proprietà della famiglia Pike.

Gli inquirenti telefonano all’albergo e il manager Antonio Fernandez li informa che Dale era partito per Miami per annullare la vendita dell’albergo, dopo che Fernandez aveva detto a Dale che Forti stava truffando il padre Anthony Pike, affetto da demenza. La polizia cerca Forti per fargli alcune domande e lo localizza a Williams Island a Miami. Appena si presentano i poliziotti Forti chiede «Siete qui perché è morto Dale?», circostanza sospetta perché nessuno sapeva ancora che Dale fosse stato ucciso. Forti dice alla polizia che non aveva incontrato né visto Dale, ma viene smentito dai registri dell’aeroporto. Allora Forti cambia versione e dice che Dale era andato a una festa.

A quel punto la polizia gli mostra i tabulati del suo cellulare che lo localizzano vicino al luogo del delitto. Allora Forti dà la sua terza versione: dice che un suo amico e pregiudicato tedesco Thomas Knott lo ha costretto a prelevare Dale per ucciderlo e che se avesse rifiutato Knott avrebbe ucciso la sua famiglia, ha prelevato Dale all’aeroporto e lo ha consegnato in un parcheggio a un tedesco di nome Hans su una Lexus bianca. Nel corso di una perquisizione la polizia scopre che Forti era coinvolto in una serie di frodi immobiliari a Miami. La pistola usata per l’omicidio era una calibro 22 e la polizia scopre che Forti aveva comprato una calibro 22 pagando con carta di credito. Interpellato sulla pistola, Forti dice che è stata smarrita e che l’aveva data a Knott per il tiro al piattello.

Forti viene così accusato di essere parte di un omicidio commesso durante l’esecuzione di altro crimine (l’accusa aveva posto come movente dell’omicidio una truffa di Forti ai danni di Anthony Pike; nel 2000 viene condannato all’ergastolo senza la possibilità di liberazione condizionale. Ha scontato parte della sua pena vicino a Miami, al Dade correctional institution di Florida City e al South Florida reception center di Doral. Chico Forti ha sempre dichiarato di essere vittima di un errore giudiziario. Eppure è ancora lì, dal 1 ottobre 1999 in poi, da 24 anni esatti, in attesa che il governo italiano faccia valere il diritto di riportarlo almeno nel proprio Paese.

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