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Ccpm e ospedale Taormina: le famiglie suonano la sveglia, è l’ora della sfida finale

TAORMINA – Le famiglie dei bambini del Ccpm Taormina si preparano ad una manifestazione a difesa del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica, prevista per il 18 novembre prossimo, e intanto suonano la sveglia e fanno capire di trovarsi anche un passo avanti rispetto alla politica del territorio.

I genitori dei piccoli pazienti hanno inteso puntare sul mantra – ovviamente condivisibile – del “Difendiamo la buona sanità”, invitando “cittadini, associazioni, pazienti e personale sanitario a manifestare contro lo smantellamento dell’ospedale San Vincenzo di Taormina”. Ed è questo, probabilmente, il punto di svolta della vicenda, come da tempo auspica e spiega con i propri approfondimenti sul tema TaorminaNews24. La sfida è una sola e riguarda tutti.

Le famiglie di questi bambini, che lottano in primis, già da diversi anni, per difendere il reparto di Cardiochirurgia Pediatrica, hanno lanciato un messaggio più ampio e complessivo, che dovrebbe essere compreso e portato avanti dalla politica del Distretto sanitario 32 e poi dalla gente: l’ospedale va salvato nella sua interezza, e anche la conferma del Ccpm se attorno rimane il “deserto dei tartari” che senso avrebbe? A questo punto, chissà se la politica del territorio riuscirà a scuotersi dal suo torpore di lungo corso e a capitalizzare il segnale delle famiglie dei piccoli “guerrieri” del Ccpm.

Sin qui abbiamo assistito al festival delle dichiarazioni a sprazzi, con azioni isolate e spizzichi e bocconi, che non hanno scalfito il muro dell’incertezze e delle trame anti-Taormina. Se davvero si vuole salvare la sanità a Taormina, va fatta una battaglia totale, a 360 gradi, comprensiva del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica e di tutte le altre unità operative del San Vincenzo, nessuna esclusa.

Le famiglie dei bimbi del Ccpm hanno sottolineato il senso autentico della partita in corso. E la politica locale e i rappresentanti dei 24 comuni del Distretto sanitario di Taormina ora che faranno? Lo raccolgono o no questo guanto di sfida? Si limiteranno ad un giorno da leoni, in ottica 18 novembre, con qualche selfie, il cartellone “Giù le mani dal San Vincenzo” tra le mani per 15-20 minuti, e via con le solite affermazioni di rito per poi defilarsi e lasciare campo libero ai “maneggioni” dei palazzi che vogliono ridurre Taormina a succursale di Catania, Messina e Palermo? Bisogna andare oltre il solito copione che non fa neanche il solletico a quelli che hanno spogliato l’ospedale di Taormina e lo considerano di intralcio alla sanità delle città metropolitane dell’isola.

E la gente che farà? Assisterà comodamente da casa, con le dita sulla tastiera del computer a pontificare, alla resa dei conti per la Cardiochirurgia Pediatrica e per l’ospedale di Taormina? Oppure percepirà l’importanza della contesa in atto? Cosa si vuole lasciare alle future generazioni: un ospedale cartonato e sguarnito di reparti e professionalità o una realtà d’eccellenza, all’altezza della situazione che possa rispondere alle esigenze dei cittadini? Il momento della verità si avvicina, o si cambia passo o il San Vincenzo verrà smontato definitivamente e condannato all’impotenza. E quelli di questo territorio che oggi se ne fregano, poi si mangeranno le mani domani e imprecheranno quando avranno una sola scelta: quella di portare i loro cari a Messina o Catania e persino a Palermo per curarli. Il bivio, in fondo, è abbastanza chiaro e semplice: guardarsela a distanza all’insegna del solito “armiamoci e partite” oppure metterci tutti il cuore e la faccia per bloccare lo scippo del diritto alla salute.

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