HomeTurismo & LifestyleCbre, in Italia +9% transazioni hotel. Il punto sulle compravendite a Taormina

Cbre, in Italia +9% transazioni hotel. Il punto sulle compravendite a Taormina

Si conferma il momento di particolare fermento per quanto concerne le compravendite immobiliari alberghiere in Italia. Anche nel primo trimestre 2024 il mercato degli hotel ha conquistato la seconda destinazione degli investimenti, per un totale di 330 milioni di euro, in crescita del 9% sullo stesso periodo dell’anno scorso.

E’ quanto emerge dall’analisi specialistica di Cbre, la più grande società di servizi e di investimenti immobiliari al mondo, che opera con oltre 130.000 professionisti in oltre 100 Paesi, leader globale nella consulenza in commercial real estate. Cbre sottolinea come il settore alberghiero in questa fase sia secondo per valore solo al comparto uffici, che ha totalizzato transazioni real estate per 480 milioni nel Q1 di quest’anno, in crescita del 265 per cento. Il settore hotel (come pure quello degli uffici) nel mercato immobiliare fa segnare una sensibile crescita delle operazioni, mentre tutti gli altri segmenti sono caratterizzati da un segno “meno” rispetto al valore delle acquisizioni del primo trimestre dell’anno precedente.

Cbre – come riporta l’approfondimento di Vanna Assumma su Pambianconews – ha, inoltre, comunicato che il primo trimestre 2024 a livello globale si è chiuso con un volume d’investimento ancora contenuto per il commercial real estate italiano, pari a 1,35 miliardi di euro, ma in significativo recupero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+27%). Questo risultato riflette il consolidamento dei segnali di miglioramento osservati negli ultimi mesi, pur scontando ancora il forte rallentamento di nuove operazioni riscontrato a partire dai primi rialzi dei tassi d’interesse nella seconda metà del 2022.

Sempre per quanto concerne il mercato degli hotel, Cbre prevede una progressiva normalizzazione delle performance dell’industria alberghiera nei prossimi mesi rispetto alle crescite straordinarie dei prezzi per camera osservati negli ultimi anni. Il mercato degli investimenti continuare a registrare un’attività vivace che fa prevedere ottimi risultati nella seconda metà dell’anno, con possibili segnali di compressione dei rendimenti per nuove operazioni su trophy asset.

A Taormina – come evidenzia TN24 – si registra una fase tutta da seguire per il mercato hotellerie, con almeno 3 trattative per alberghi della città che sono ormai prossime alla firma per un ammontare complessivo superiore ai 45 milioni di euro ma ci sono anche e soprattutto diversi altri fronti aperti di interlocuzioni in atto tra le rispettive proprietà e i potenziali investitori. Non manca anche qualche clamorosa sorpresa con un affare che era in chiusura e che poi si sarebbe arenato proprio alle battute conclusive. Nel complesso rimane ancora fluida la situazione con uno scenario tutto da seguire da qui ai prossimi mesi, per capire poi chi andrà effettivamente sino in fondo nelle trattative.

Le possibili operazioni immobiliari vedono un interesse preponderante di fondi di investimento stranieri che puntano ad ampliare i propri asset acquisendo strutture nelle destinazioni iconiche del mercato europeo. Ma si registra anche un elemento di rilievo, con la novità del ritorno di gruppi italiani che in questo momento guardano a Taormina tra le destinazioni strategiche da inserire nei piani di rafforzamento del portfolio nel Bel Paese. Il 19 marzo scorso TN24 ha svelato in esclusiva la trattativa avviata da Arsenale Group per l’acquisizione di un importante hotel di Taormina. La holding immobiliare costituita nel 2020 da Paolo Barletta e Nicola Bulgari per investire nel turismo made in Italy ha deciso di puntare forte su Taormina e si sta muovendo in questa direzione per la definizione di un’operazione di prestigio, ma anche altri investitori italiani si stanno facendo avanti.

Taormina potrebbe rientrare, da qui ai prossimi anni, anche nel contesto di un altro importante fenomeno rilevato da Cbre. In tal senso, secondo la società di servizi ed investimenti immobiliari, “emerge capitale generato da Paesi nuovi sul mercato alberghiero italiano, nonché family office e high net worth individuals che iniziano a fare acquisizioni core (di immobili ristrutturati e messi a rendita, ndr), e questo fa sperare a una ripresa progressiva delle operazioni real estate perché la componente core è oggi molto ridotta”.

La Perla dello Ionio, capitale del turismo in Sicilia, si pone intanto come la meta più desiderata nel Mezzogiorno, seguita da Capri, senza dimenticare la Sardegna, mentre appare in crescita anche la Puglia. Attenzione, dunque, alle prossime novità all’orizzonte.

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