HomeAperturaCaso Apostolico, ha ragione Violante: "Non si va ai cortei"

Caso Apostolico, ha ragione Violante: “Non si va ai cortei”

Il solito caso all’italiana, una polemica che scoppia e poi le mille interpretazioni della vicenda, con la solita politica che si mette in mezzo per ricordarci chi sta da una parte e chi dall’altra, e l’immancabile centrifuga dei “cassamortari” dell’informazione che disegnano addirittura la trama di un film di spionaggio.

La storia che sta facendo discutere riguarda la magistrata di Catania Iolanda Apostolico e un video pubblicato sui propri canali social da Matteo Salvini che la vede presente ad una manifestazione del 25 agosto 2018 in cui si invocava lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti. All’epoca Salvini era ministro dell’Interno e vicepremier del governo Conte 1 e Salvini in un suo post ha ricordato come durante quella manifestazione “la folla urla “assassini” e “animali, “in faccia alla polizia”. Salvini poi ha rincarato la dose, affermando che il caso Apostolico “è motivo di grave imbarazzo per le istituzioni”, ed ancora: “Conto sulla collaborazione di tutti affinché prevalgono buonsenso ed equilibrio”.

La giudice ha replicato. Secondo la versione della Apostolico, lei era presente a quella manifestazione ponendosi tra le forze dell’ordine e i manifestanti, che sottolinea fossero per lo più di estrazione cattolica e solo per una minoranza esponenti di sinistra. Il suo obiettivo sarebbe stato quindi di evitare contatti tra le due parti, visto che in precedenza c’erano stati scontri.

La Apostolitico, nei giorni scorsi, il 30 settembre scorso aveva deciso di disapplicare il decreto del governo Meloni che prevede il trattenimento dei richiedenti asilo nei Cpr. Lo ha fatto in base agli articoli 3 e 10 della Costituzione. La giudice ha accolto il ricorso di un migrante di origini tunisine sbarcato il 20 settembre a Lampedusa e portato nel nuovo centro di Pozzallo in provincia di Ragusa aperto pochi giorni prima proprio per affrontare l’emergenza. A seguire sono stati dichiarati illegittimi i trattenimenti di altre tre persone che si trovavano nella stessa condizione giuridica. La giudice ha disapplicato anche la garanzia finanziaria da 4.938 euro ai richiedenti asilo per evitare la detenzione nei Centri di Permanenza e di Rimpatrio.

Su questa vicenda l’Anm (Associazione nazionale magistrati) per bocca del suo presidente Giuseppe Santalucia ha detto: “Nessuno ci ha detto quel video da dove provenga, se sia stato preso su Internet o se era stato pubblicato da televisioni private o se è stato girato dalla polizia, come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell’ordine che contengono il corteo, questo mi sembra grave”.

Sin qui i fatti. Ma bisogna arrivare ad una conclusione. In un Paese normale e con un minimo di buon senso la questione si sarebbe chiusa in 10 minuti. La giudice non ha commesso un reato e non va fatta oggetto di un processo mediatico. Non deve nemmeno dimettersi, nel frattempo è già stato deciso che non verrà rimossa. Sicuramente si tratta di una professionista di specchiata moralità, che fa bene il suo mestiere e deve continuare a farlo. Ma per motivi di opportunità andrebbe spostata in un’altra sezione, dove non ci sia da occuparsi di migranti e tematiche che possano confliggere con queste dinamiche a sfondo politico. Punto.

Tutto il resto è un cocktail acido di inutili polemiche, sterili (e faziosi) punti di vista. A partire dalla bestialità (giornalistica e politica) del “dossieraggio” e di un presunto “archivio”. Ma di che stiamo parlando? Siamo tornati ai tempi del Kgb e della Gestapo? Vediamo di essere seri. Salvini è uno al quale bisognerebbe dare torto a prescindere perché rappresenta quella politica “chiacchierona” che, tra una miriade di slogan e altrettanti annunci, in 20 anni non ha mai risolto i problemi dell’Italia ma per una volta appare quasi farsesco che venga messo lui in croce, ribaltando la questione perché c’è di mezzo Salvini e allora bisogna dargli contro e chiarire invece da dove è uscito fuori quel video. Fosse stato un video ripreso in un contesto privato, allora sì che sarebbe stato doveroso approfondire tutto ma in questo caso si tratta di un estratto di una manifestazione pubblica, immagini riprese da non si sa quante telecamere e telefonini.

E invece, eccoli i soliti indagatori di pepite di cartone dell’informazione italiana, che non perdono mai occasione per ricordarci quanto sia scarsa la gran parte del giornalismo italiano di questi tempi. Arroventano il clima e alimentano un clima di veleni e sospetti con due parole magiche: “dossieraggio”, “archivio segreto”. E dov’è questo archivio? Boh. Per la serie: vabbè intanto inventiamoci che esiste e facciamo casino.

A ruota c’è il verde Angelo Bonelli che quando vede Salvini vede Satana e carica contro il ministro leghista senza valutare tutto il resto. Nonostante – repetita iuvant – si stia parlando del video di una manifestazione pubblica – Bonelli presenta un esposto e lamenta “un uso di atti riservati dello Stato”. E aggiunge: “Vogliamo sapere se ci sono responsabilità ministeriali”. I soliti malpensanti profetizzano: vuoi vedere che l’esposto sarà archiviato?

E allora, in definitiva, chi ha ragione e chi ha torto? L’unico che ha fatto chiarezza con estrema semplicità e indiscutibile competenza sulla materia è l’ex magistrato e presidente della Camera, Luciano Violante, autorevole esponente di lungo corso della (vera) sinistra italiana.

Queste le parole di Violante al Quotidiano Nazionale: “Un magistrato non può partecipare a manifestazioni conflittuali e pensare di essere ritenuto imparziale. La contraddizione, in termini di etica professionale, è palese. Il punto è quello che riguarda il comportamento dei magistrati e la loro partecipazione a manifestazioni di parte. La legittimazione del magistrato non sta più nell’essere ‘la bocca della legge’, ma nell’essere un soggetto che interpreta la legge in modo credibile. Dunque, io magistrato posso fare le migliori sentenze in assoluto, ma se mi schiero con chi è parte di un conflitto non sono più credibile e ledo la mia funzione costituzionale”.

Secondo Violante “si deve stare dalla parte dei diritti dei più deboli, come impone l’articolo 3 della Costituzione, con le sentenze, non con le manifestazioni. Non si può rivendicare indipendenza, e poi tenere comportamenti che la mettono in discussione. Lì come mediatrice? Non mi pare fosse il suo compito”. Mentre rispetto al filmato “può darsi che qualcuno abbia violato un segreto di ufficio rendendo inconsapevolmente ricettatore chi ha usato il video. Ma questa è una polemica deviante. Le società fortemente polarizzate, come la nostra, hanno bisogno di figure terze, che possano risolvere in modo credibile i conflitti. È una responsabilità ulteriore che grava sulle spalle della magistratura. Si possono manifestare in modo corretto, non conflittuale, le proprie opinioni. Con studi, articoli, interventi in sedi proprie; evitando sempre di essere e di apparire parte di un conflitto sociale o politico”. C’è altro da aggiungere? No. L’udienza è tolta.

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