HomeAttualità e CronacaAffitti da svenire: a Taormina qualcuno non si è accorto del Covid

Affitti da svenire: a Taormina qualcuno non si è accorto del Covid

TAORMINA – L’emergenza Covid va avanti ormai dall’inverno del 2022, la crisi non è finita ma a Taormina qualcuno non si è accorto che c’è stato uno tsunami e ha polverizzato anni di sacrifici per tante attività e per altrettante famiglie. Quelli che detengono la proprietà di un immobile continuano ad applicare la regola di una storia che fu, perché “Taormina è sempre Taormina” e di fatto se ne fregano se nel frattempo il 70% del turismo tradizionale è andato in fumo. Neanche l’Oracolo di Delfi e Giucas Casella sono in grado di dire quando e se tornerà da queste parti (e più in generale in Italia) il turismo straniero che rappresenta il cuore dell’economia locale, eppure a Taormina questo per alcuni è solo un dettaglio.

“Nonostante la crisi – evidenzia il presidente dell’Associazione Imprenditori per Taormina, Carmelo Pintaudi -, a Taormina i prezzi riguardanti le locazioni di attività economiche continuano a correre in modo impressionante, viaggiano su livelli insostenibili e che non hanno nulla a che vedere con il momento complicato che tutti stiamo attraversando. Il Comune di Taormina non può continuare a dire che non è possibile fare niente perché si tratta di immobili privati: il Comune deve prendersi le proprie responsabilità e fare la propria parte, se non altro per sensibilizzare la lotta a questi prezzi eccessivi. Non si può dimenticare che negli anni scorsi proprio il Comune ha stravolto il mercato, dando un alibi ai vari proprietari di immobili per alimentare e continuare la corsa al rialzo degli affitti”.

Il risultato è del tutto evidente e comprensibile anche ad un bambino: davanti a richieste di affitto che arrivano anche a 10 o 12 mila euro (se non di più) i pochi imprenditori locali di buona volontà ancora disposti ad investire sono costretti a scappare, arrivano i “predoni” e si prendono gli ultimi pezzi della città. E nel frattempo, in molti casi, chi ha un immobile e pensa di aver fatto l’affare locando il bene a una cifra elevata, si ritrova poi con inquilini che finiscono per non pagare, o perché non ce la fanno o perché tanto si sa che i contenziosi per lo sfratto necessitano di tempo (anni) per arrivare ad una soluzione.

Lo Stato non aiuta – va detto -, e’ una “sanguisuga” che senza vergogna si porta via una percentuale esagerata con le tasse ma è pur sempre una parte della verità e non può essere l’alibi per ostinarsi a pretendere la luna ad ogni costo. Il gioco al massacro continua e forse chi lo alimenta dovrebbe iniziare a ragionare in una logica di buon senso e chiedersi se sia meglio pretendere tanto per poi fregarsi con le proprie mani oppure chiedere una cifra umana per avere la certezza di poterli prendere davvero e con regolarità quei soldi. E soprattutto per dare un’opportunità concreta di ripartenza a chi è stato massacrato dalla crisi e non dispone del pozzo di San Patrizio.

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