Il segretario di Azione, Carlo Calenda, commenta così la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “La violenza contro le donne non è una violenza come tutte le altre perché nasce da specifiche e ben identificabili cause sociali e culturali. In Italia e in UE le donne sono ancora “figlie di un Dio minore” e sebbene negli ultimi cinquant’anni siano stati fatti passi da gigante, i dati socio-economici dimostrano quanto la strada verso una piena emancipazione sia ancora lunga. La più grande rivoluzione della storia umana – metà del mondo che per la prima volta si affaccia alla piena libertà e acquisisce la condivisione del potere – determina controrivoluzioni violente. I femminicidi sono anche questo”.
“Se in Occidente la rivoluzione – nata grazie alla forma che si sono date le democrazie liberali – è ancora in corso in molti paesi islamici viene duramente repressa e soffocata: dall’Iran all’Arabia Saudita; da Gaza a molti paesi dell’Africa subsahriana. Oggi saremo in piazza anche per le donne di questi paesi. L’Occidente non è il nemico della causa femminista ma il luogo dove le sue istanze possono continuare a produrre cambiamenti. Il lavoro comune per completare questa rivoluzione sarà tanto più veloce in quanto la lotta per i diritti della donne non diventerà un altro capitolo di un’agenda settaria e di parte. Questo è lo sforzo che tutti dobbiamo fare: ampliare la consapevolezza, non strumentalizzare l’emergenza. Per questo noi di Azione ci batteremo. Per questo saremo in tutte le piazze che corrispondono a questo messaggio”.