TAORMINA – Il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, torna sulle dinamiche riguardanti il dissesto a Taormina e non risparmia un duro attacco a chi gli contesta di aver deciso il fallimento del Comune.
“Sta toccando a me fare questo lavoro sporco ma bisogna dire la verità alla gente. Non si possono fare chiacchiere, discussioni e teoremi. Quando venne fatto il piano di riequilibrio poi bocciato dalla Corte dei Conti – spiega il primo cittadino -, i debiti quantificati erano 18 milioni di euro – spiega Bolognari -. A quel punto il Comune non ha scelto ma è stato obbligato a dichiarare il dissesto. A chi sostiene che io avrei dichiarato il dissesto dico che sostiene il falso, io avevo l’obbligo di farlo, altrimenti sarebbe arrivato un Commissario e sarebbe stato anche sciolto il Consiglio comunale. Bocciato quel piano e dichiarato il dissesto è partita tutta una nuova procedura che sarebbe dovuta partire invece nel lontano 2013. Se allora fosse stato dichiarato il dissesto, oggi saremmo fuori dal dissesto e invece si è deciso di trascinare per anni il Comune con piani di riequilibrio che non avevano i requisiti minimi per essere approvati”.
“Quando la Commissione Liquidatoria si è insediata e ha fatto un censimento dei debiti – continua Bolognari -, i “famosi” 18 milioni di debito dell’ente sono diventati 66 milioni. La differenza si commenta da sola ed è abissale. Il censimento dei debiti è il risultato di 292 richieste avanzate dai creditori che vantano crediti nei confronti del Comune. Quindi il piano di riequilibrio bocciato dalla Corte dei Conti era un piano farlocco”.