HomeEditorialiAltro che Donzelli-Cospito: la sinistra ci parli di Panzeri e Soumahoro

Altro che Donzelli-Cospito: la sinistra ci parli di Panzeri e Soumahoro

Mentre il governo di centrodestra approva l’Autonomia differenziata e spacca l’Italia dopo soli quattro mesi dal voto, la sinistra italiana fa ancora peggio e anziché concentrarsi sulle reali emergenze del Paese si intestardisce nel fare una crociata su un argomento del quale interessa poco o nulla alla gente: il caso Cospito, la vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito che protesta con lo sciopero della fame contro il 41-bis.

Un’azione, quella del bombarolo Cospito, che diventa un caso nazionale, alimentato dalla stampa di sinistra che soffia sul vento della polemica e l’ha fatta addirittura diventare una storia da prima pagina sui giornali e da prima piano nei tg e nei talk-show.

Il 41bis è arrivato alla Camera e ha tenuto in scacco il Parlamento, dove Giovanni Donzelli deputato di Fratelli d’Italia ha rivelato “notizie sensibili” e la sinistra ha scatenato un putiferio anziché spiegare, per prima cosa, perché dei parlamentari sono andati da Cospito e non si sono limitati a parlare con lui.

Ora Donzelli non ha esattamente la faccia di un super-intelligente della politica – mettiamola così – ma può essere “criminalizzato” per un intervento fatto in Parlamento nel quale ha rivelato e legittimamente posto il problema del “martire” Cospito che – al 41bis – è stato esortato da altri delinquenti ad andare avanti con la sua protesta per mettere in difficoltà lo Stato sul carcere duro?

Donzelli avrà anche sbagliato nel dire che la sinistra sta con i terroristi, ma al netto di quella frase infelice, in realtà – e poco sposta che sia stato coadiuvato da Delmastro – ha rivelato cose che è giusto e doveroso che vengano portate a conoscenza degli italiani in un Paese ostaggio di troppi segreti: le scottanti conversazioni che l’anarchico avrebbe avuto con un esponente della ‘ndrangheta e uno del clan dei Casalesi all’interno del carcere di massima sicurezza di Sassari, dove Cospito era recluso fino a quando, lunedì scorso, è stato trasferito nel penitenziario di Opera, in provincia di Milano.

Il Partito Democratico, la sinistra italiana, come pure il Movimento Cinque Stelle, dovrebbero smetterla con una retorica di comodo e un moralismo di pura convenienza che non soltanto non fanno presa sulla gente ma probabilmente oggi producono il solo risultato di fare poi da cassa di risonanza a quelle realtà pericolose della società che vogliono riaccendere fasi di tensione nel Paese. Non è difficile immaginare che i padri nobili della vera sinistra come Berlinguer si stiano rivoltando nella propria tomba al cospetto di eredi così scarsi, che dovrebbero battersi con altrettanta veemenza su ben altri temi che vengono, invece, lasciati sullo sfondo, a sfumare in secondo piano nonostante la gravità assoluta dei fatti.

Bisognerebbe dare battaglia sulla vergogna dell’Autonomia differenziata, e intanto tornare a parlare dello scandalo Qatargate, delle dinamiche connesse all’arresto di Antonio Panzeri e alle Ong e al lobbismo a Bruxelles, come pure dell’inchiesta sulle coop che ha travolto il parlamentare Aboubakar Soumahor. Di questo vorrebbero sentire parlare gli italiani, non un anarchico che tutti ci auguriamo possa essere tutelato nel suo diritto alla salute e che sul piano umano merita la dovuta considerazione ma che è stato ristretto al 41 bis perché metteva delle bombe e attentava alla pubblica sicurezza. Ripetiamo: bombe, non fiori o caramelle. O dobbiamo continuare con la filastrocca mediatica di Donzelli che, quasi quasi, forse è diventato per il Paese un soggetto più pericoloso di Cospito?

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