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Scacco matto a Trump: così lo fanno fuori dalle elezioni Usa del 2024

La pubblicazione non sarà immediata ma ci sarà. Una commissione del Congresso degli Stati Uniti ha votato per rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi di Donald Trump relative al periodo 2015-2020. 24 i voti favorevoli contro i 16 contrari.

I documenti potrebbero essere un utile spaccato delle finanze dell’ex presidente statunitense che si è sempre presentato come un uomo d’affari molto abile e astuto. Potranno anche rivelare eventuali obblighi finanziari, compresi i debiti esteri.

Da un’inchiesta giornalistica del New York Times è risultato che il tycoon non avrebbe pagato tasse federali in undici su diciotto anni di dichiarazioni. Questo voto rappresenta l’ultima opportunità per i democratici di divulgare informazioni sul tycoon prima che i repubblicani prendano il controllo del la Camera nel 2023. La mossa arriva in un momento difficile per l’ex presidente che spera di ricandidarsi alla Casa Bianca. L’ex presidente si è opposto, fin dal 2016 alla pubblicazione dei suoi documenti fiscali, infrangendo una consolidata tradizione della politica Usa, fino all’ordinanza emessa il mese scorso dalla Corte Suprema, che ha bocciato il suo ultimo appello.

Al momento non è chiaro comunque quando i documenti verranno pubblicati dalla commissione che ha inoltre smontato uno degli argomenti principali usati da Trump per giustificare il suo rifiuto a pubblicare le dichiarazioni. Ovvero il fatto che fosse in corso un accertamento da parte dell’Irs, il fisco americano.

Lloyd Doggett, deputato democratico del Texas, ha spiegato che la commissione ha scoperto che l’Irs aveva avviato l’accertamento solo nel 2019, praticamente lo stesso giorno in cui la commissione ha chiesto per la prima volta i documenti. “Il popolo americano vuole sapere se il presidente degli Stati Uniti prende decisioni in base al loro interesse o al proprio interesse finanziario”, gli ha fatto eco un altro deputato della commissione, Jimmy Gomez.

Per lo staff del tycoon questo voto della commissione rappresenta un attacco politico che prova che i democratici, che hanno perso la maggioranza alla Camera, “fanno un gioco politico che stanno perdendo: se questa ingiustizia può avvenire al presidente Trump, può succedere a tutti gli americani senza una ragione”. Era dai tempi di Richard Nixon che il Congresso non interveniva per chiedere le dichiarazioni dei redditi di un presidente.

Fonte: Euronews

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