HomeCulturaParco Trevelyan di Taormina: il progetto redatto da Cannizzaro

Parco Trevelyan di Taormina: il progetto redatto da Cannizzaro

TAORMINA – Il Parco comunale di Taormina è uno dei luoghi più conosciuti ed apprezzati dai turisti di tutto il mondo che visitano la Perla dello Ionio. Conosciamo meglio la storia di quest’oasi verde attraverso il racconto dell’agronomo taorminese Daniel Carnabuci (Associazione Serapide).

“Come ben risaputo l’attuale parco storico di Taormina fu realizzato da Miss Florence Trevelyan in Cacciola. Alla sua prematura morte nel anno 1907 i suoi beni in Sicilia passarono agli eredi, ivi incluso il giardino da lei realizzato”.

“Il giardino, definito all’inglese, in realtà era concepito alla mediterraneo in forma libera e naturale con piante tipiche del paesaggio locale, olivi, mandorli, cipressi, agrumi e carrubi ed aiuole aperte anch’esse prevalentemente costituite da flora autoctona. Il concetto all’inglese riguardava il disegno e la costituzione dell’opera, incluse le opere architettoniche. Queste ultime si presentano molto simili a delle pagode indiane aperte e furono realizzate con materiale povero e di riciclo, mattoni e coppi in cotto, legno, pietre di origine calcari e vulcanica e vari frammenti archeologici che rispecchiavano il pensiero naturalista dell’autore. Ogni struttura fu realizzata con scopi specifici secondo filosofie mistiche di cui il giardino nel suo insieme ne è impregnato”.

Nel 1921 il deputato Giovanni Colonna di Cesarò in parlamento, chiese ed ottenne l’approvazione della legge a favore delle opere di miglioramento di Taormina che si tradurrà nel regio decreto – legge del 18 febbraio 1923 n° 528- che comprendeva anche l’esproprio e la sistemazione ad uso pubblico del giardino dei Trevelyan e tutte le sue proprietà posti al disotto di via Bagnoli Croci, quindi le aree oggi a bosco fino a Villagonia. Al deputato, in un primo momento, fu intestato il parco nascente”.

Nel 1923 l’allora Amministrazione pubblica rappresentata dal sindaco Francesco Atenasio delibera l’affidamento dei progetti tecnici e dei piani particolareggiati di esecuzione dell’opera all’ingegnere-architetto Mariano Eduardo Cannizzaro, in collaborazione con il perito agrimensore Vincenzo Galluzzo Di Bernardo, il quale definirà il valore dell’esproprio, realizzerà le planimetrie del parco e gli accorpamenti delle altre proprietà espropriate e diventerà direttore dei lavori fino al collaudo“.

“Il Cannizzaro era figlio del celebre chimico ed accademico Stanislao Cannizzaro, a cui sono dedicati quartieri, piazze, vie e perfino un cratere lunare e la cui vita si intreccia con Taormina nei moti rivoluzionari del ’48. Architetto di chiara fama nazionale, era socio dell’Associazione Artistiche fra i Cultori di Architettura in Roma (AACAR), sensibile alle esperienze urbanistiche inglesi e sostenitore della città giardino che proporrà, senza successo, come modello per la ricostruzione di Messina dopo il terremoto del 1908 dove progetterà l’intendenza delle Finanze della città in chiave Beaux Arts”.

Il progetto di adeguamento realizzato dal Cannizzaro inevitabilmente modificò la pianta del giardino secondo i canoni del tempo anche se nei limiti del possibile la filosofia fu quella di preservare l’origine del giardino. Progettò quindi la realizzazione dei due campi da tennis, introdusse il monumento dei caduti che all’epoca era collocata al lato sinistro della torretta la dove oggi è presente il monumento ai caduti del mare e di sua penna l’entrata principale in stile classico, costituita da tre cancelli di cui il principale sorretto da due pilastri sormontati dallo stemma della città scolpito su pietra di Siracusa, l’emblema però fu concesso per regio decreto solo nel 1928. L’inferriata è l’unico tratto originale della recinzione del parco rimasta”.

Nel dicembre del 1924 verrà indetta la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di adattamento ad uso pubblico dei terreni della defunta Trevelyan che verrà vinto dal vivaio Allegra di Catania per la fornitura floristica e dalla impresa Rosario Sciglio di Francesco per le opere. Per varie vicissitudini, per quanto il giardino sarà aperto al pubblico dal 1925, l’opera di completamento subirà dei ritardi e delle modifiche. Nel 1932 avverrà il collaudo definitivo della villa comunale che verrà intestata alla principessa Maria Giuseppina del Piemonte che fu ultima Regina d’Italia con il nome di Maria Josè, mentre l’iter dell’esproprio terminerà nel 1933″.

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