Mentre le truppe ucraine liberano i villaggi, le persone che hanno trascorso mesi sotto l’occupazione russa raccontano storie, simili a quelle narrate dai nonni dopo la seconda guerra mondiale, quando le forze sovietiche “liberarono” l’Europa orientale, ma poi si dimenticarono di tornare a casa.
Qui i russi sono arrivati il 29 marzo, siamo a Novovoznesenske. Quello che non hanno distrutto, lo hanno rubato, racconta una donna, comprese forchette e cucchiai, persino le scarpe dai piedi di un pensionato.
Dall’inizio della guerra, nei media circolano molte storie di crudeltà e saccheggi. Qui le persone sono felici di vedere i soldati ucraini nel loro villaggio, come hanno raccontato a un giornalista britannico.
Dice Vasyl, un residente: “Non riesco ancora a credere che se ne siano andati e che siamo fuori da questo periodo di morte”.
Aggiunge Maria: “Ero spaventata, molto spaventata. L’immagine di una pozza di sangue è ancora davanti ai miei occhi – un’enorme pozza di sangue”. Le truppe russe si sono ritirate dall’area domenica nel mezzo di una controffensiva delle forze di Kiev.
Dice Dmytro: “I russi erano qui al mattino. Poi, a mezzogiorno, all’improvviso hanno iniziato a gridare selvaggiamente e hanno cominciato a scappare, caricando carri armati e veicoli blindati”. Il villaggio è senza elettricità ora, le persone si chiedono come se la caveranno in vista dell’incombente stagione invernale.
Fonte: Euronews