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VIA LE SANZIONI E OK AL GRANO : IL RICATTO DI PUTIN ALL’EUROPA

Vladimir Putin lancia la sfida all’Europa ed è il ricatto che diventa la cartina di tornasole di una guerra che ormai ha superato i 90 giorni. L’Europa spinge per lo sblocco delle spedizioni del grano al momento bloccato in Ucraina. Si rischia una carestia senza precedenti in alcune regioni povere del mondo, come l’Africa. Ma i russi per adesso non aprono i porti. L’Unione Europa sperava nella possibilità di una rotta alternativa su rotaia ma l’Ucraina ha chiarito che “Non ci sono abbastanza treni, binari e magazzini”. Il messaggio lanciato da Putin è chiaro: i corridoi per il grano non verranno sbloccati se la Russia non otterrà in cambio qualcosa. E quello che vuole ottenere Putin è lo stop alle sanzioni economiche imposte dall’Europa nei confronti della Russia. Il ricatto del Cremlino può diventare lo spartiacque di una guerra che non si ferma e va avanti con i russi intenzionati ad allargare il fronte dei combattimenti.

Rimane la speranza che, alla fine, prevalga il buon senso. Per assicurare l’export di cereali dall’Ucraina, “sono in corso colloqui per creare corridoi resi sicuri dall’assistenza militare. Potrebbe essere il modo più veloce per sbloccare le forniture ucraine”, ha fatto sapere il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al Forum economico mondiale di Davos, riferendosi ai rischi di una crisi alimentare creata “deliberatamente dalla Russia”. Secondo Dombrosvkis, “nulla impedisce alla Russia di esportare i suoi cereali, si tratta di una manipolazione russa”.

Intanto l’Ucraina accusa la Nato di non fare abbastanza per fermare la guerra. La Nato “come istituzione non fa assolutamente nulla” per sostenere l’Ucraina nel conflitto contro la Russia “lo dico con rammarico”, ha dichiarato il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, nel corso del suo intervento al forum di Davos.

“Vediamo alleati che aiutano l’Ucraina e vediamo un gruppo di alleati della Nato che ci aiuta – ha spiegato – all’inizio della guerra il popolo ucraino pensava che la Nato fosse una forza potente ma la guerra è sempre una prova che strappa via le maschere, e tutti abbiamo visto i volti reali”. Kuleba ha parlato dell’Alleanza come di un’istituzione “che si fa da parte” mentre l’Ue “ha preso decisioni rivoluzionarie e innovative che loro stessi non si aspettavano di prendere”. Parole che corroborano le tesi di chi ritiene che la Nato, o per meglio dire gli Stati Uniti, stiano spingendo – prima ancora che per aiutare l’Ucraina – per una stretta nei confronti della Russia e una vera e propria resa dei conti con Mosca e il suo Zar.

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