HomeEuronewsUnite contro la violenza: le vittime insieme per rompere il silenzio

Unite contro la violenza: le vittime insieme per rompere il silenzio

La legislazione spagnola contro la violenza di genere è tra le più avanzate dell’Unione europea. Eppure l’anno scorso 50 donne sono state uccise dai loro partner. Il nostro reporter Julian Lopez ha incontrato alcune vittime ed esperti in materia in cerca di risposte.

“Aggressioni fisiche, psicologiche, economiche, sessuali, sociali… tutto. Penso che l’aggressione psicologica sia la peggiore. Primo, perché non si può provare. Secondo, perché ci vuole molto lavoro per superare tutti questi traumi”, si confida Macarena García Pérez, che è stata vittima di violenza domestica per 23 anni. Oggi, Macarena intende aprire un rifugio per cani. Dar loro ciò che le è stato negato è terapeutico : “Credo che se hanno aiutato me, possano aiutare anche altre donne”, afferma.

“Il 40% delle donne non si rende conto di essere vittima di abusi. Forniamo formazione al personale aziendale affinché sappia agire come agente di cambiamento contro la violenza di genere, individuare le vittime invisibili e aiutarle a rompere il silenzio. Noi non siamo il problema. Noi siamo parte della soluzione”, afferma Ana Bella Estevéz, per 11 anni vittima di violenza domestica. La sua omonima fondazione raccoglie oggi 30.000 donne in 82 paesi per sostenere le vittime di violenza di genere attraverso un supporto legale e psicologico nonché l’organizzazione di workshop sulla prevenzione della violenza.

Gli avvocati della Fondazione denunciano la mancanza di risorse per applicare correttamente la legislazione esistente. Ad esempio, ci sono sono risorse per un massimo di 3.500 dispositivi di monitoraggio per garantire una protezione speciale, ma sono 75.000 le donne che ne avrebbero bisogno. L’Observatorio contra la Violencia Doméstica y de Género afferma che sia necessario investire di più in assistenza sociale, finanziaria e psicologica. Risorse insufficienti portano molte donne a ritirare la propria denuncia.

L’educazione è anch’essa essenziale. Secondo David Cerón, un educatore della Fundación Iniciativa Social, che organizza workshop sulla mascolinità responsabile, non importa quante leggi vengano messe in atto: “Ci sono ragazzi che, in quanto ragazzi, credono di avere un diritto di controllo sulle ragazze e di esercitare violenza sulle donne. O si cambia questa idea, o nessuno lo farà. Prima inizieranno a capire che non è esercitando violenza, che non è essendo più forti o ostentando di più la loro “mascolinità”, che sono più virili, allora poco a poco si potranno stabilire comportamenti più equi e più sani”.

Fonte: Euronews

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