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Una mamma a TN24: “Mia figlia salvata dal Ccpm, lancio un appello disperato” (VIDEO)

TAORMINA – La Regione Siciliana cancella con un colpo di penna il Ccpm di Taormina ed esplode la rabbia, legittima e comprensibile, delle famiglie che hanno i loro figli ricoverati e/o in cura nel reparto dell’ospedale di Taormina gestito dal Bambino Gesù.

Il dramma di questi genitori evidenzia in termini significativi l’inopportunità di un provvedimento che va oltre l’assurdità e può essere definito in un solo modo: una bestialità totale, concepita da una politica che dovrebbe ravvedersi e cercare una soluzione risolutiva che contemperi tutte le esigenze dei siciliani: ovvero la presenza di due centri in Sicilia, uno già esistente a Taormina per la parte Orientale e l’altro a Palermo da riaprire per il versante Occidentale, anziché andare a sopprimere la Cardiochirurgia Pediatrica del San Vincenzo e smontarla come un “carrettino siciliano”. Dentro questa storia che in 13 anni ha salvato tante vite, ci sono apparecchiature d’alta avanguardia, costate milioni di euro, professionalità che vi operano con esperienza e capacità dimostrate sul campo, e soprattutto c’è il destino in bilico di famiglie che qui curano i loro figli (anche dalla Calabria).

Ecco la testimonianza per TaorminaNews24 di Giusy, una mamma di Catania che ha una bimba di 13 mesi salvata presso il Ccpm e che ancora oggi ha bisogno di cure specialistiche per poter sperare di avere un futuro, una vita normale e felice con i propri affetti. Nelle parole di Giusy un appello che dovrebbe fare riflettere la Regione Siciliana.

“Mia figlia ha 13 mesi. A 4 mesi gli è stata diagnosticata una cardiomiopatia dilatativa e subito è stata portata a Taormina d’urgenza, prima in Terapia Intensiva e poi in reparto. E’ rimasta lì per 3 mesi. E questo è stato possibile soltanto grazie all’equipe medica del Ccpm. Il cammino per la mia bimba è ancora lungo. Ogni 15-20 giorni siamo lì per ripetere gli accertamenti e cambiare le cure in base ai valori che emergono da tali esami. E allora mi chiedo, ed anzi voglio chiedere al governo della Regione Siciliana: se mia figlia dovesse avere uno scompenso cardiaco – cosa che è già successa nei mesi scorsi – io cosa dovrei fare? Come dovrei arrivare a Palermo? Chi mi dà la certezza che mia figlia potrà affrontare tutta quella strada? I medici, in un’altra struttura, non conoscono la storia di mia figlia e dovrebbero studiarla e ripetere l’iter affrontato qui a Taormina. Chi ha deciso di chiudere un reparto che ha salvato tante vite a Taormina, si è messo anche solo per un attimo nei panni di queste famiglie? Avete pensato a come si vive quando si lotta contro un dramma come il mio che ho una figlia afflitta da una brutta cardiopatia? E se fossero stati i vostri figli? Vi sareste comportati nella stessa maniera? Il mio è un appello disperato. Il futuro di mia figlia mi spaventa. E’ una vergogna questa chiusura per tutte le famiglie che vivono questa disavventura. Vi chiediamo di ripensarci e di tenere aperto questo reparto per i nostri figli e per tutte le altre famiglie che vivranno in futuro queste disavventure”.

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