HomeAperturaUCRAINA IN UE: L'AMICO DI PUTIN METTE IL VETO

UCRAINA IN UE: L’AMICO DI PUTIN METTE IL VETO

“Per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea serviranno almeno 10 anni”. Il messaggio della Francia e di Emannuel Macron e’ chiaro. Si scrive problema burocratico, si legge messaggio politico. Macron e’ l’unico leader UE che non ha mai interrotto i rapporti con Vladimir Putin e qualcosa vorrà pur dire. Non e’ difficile interpretare il senso del monito che arriva dall’equilibrista Macron, che da una parte si tiene dentro l’Europa che contrasta l’invasione russa in Ucraina e ne indica la rotta – con un certo fastidio per le sanzioni a Mosca – e dall’altra fa molta attenzione a non irritare Putin. Altrettanto significativo e’ il fatto che sia stato lo stesso Macron nei giorni scorsi a dichiarare che certe affermazioni sulla Russia e sul suo presidente – ed il riferimento era alle bordate di Joe Biden per capirci – non aiutano la possibilità di arrivare alla pace.

Macron, in sostanza, vuole fare capire all’Ucraina che l’Europa che sta inviando le armi contro l’invasione russa e’ la stessa che non e’ d’accordo sull’adesione dell’Ucraina all’UE. I dieci anni se non quindici, che occorrerebbero, equivalgono ad un invito subliminale a Zelensky a desistere dal suo proposito. La Francia si nasconde dietro le parole per non connotare in termini espliciti una posizione che e’ sinonimo di veto politico sull’Ucraina nell’Unione Europea.

Parigi preferisce che l’Ucraina rimanga “neutrale”, ammesso che sia possibile pretendere pure il dietrofront su questo fronte da parte di un Paese devastato e distrutto dalla Russia.

“Bisogna essere onesti. Se si dice che l’Ucraina entrerà nell’Unione Europea in 6 mesi, 1 anno o 2 anni, si mente. Non è vero, Probabilmente tra 15 o 20 anni… ci vuole tanto tempo”.

Il “filo-putiniano” Macron, così qualcuno ha già ribattezzato il presidente francese. Di certo c’è che la posizione dell’Eliseo ha gelato le speranze del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky su un rapido ingresso nell’Ue e l’esecutore mediatico della strategia macroniana è stato il nuovo ministro francese per gli Affari Europei, Clement Beaune, in un’intervista radiofonica. Beaune ha inoltre affermato che nel frattempo l’Ucraina potrebbe entrare a far parte della comunità politica europea proposta dal presidente Emmanuel Macron. Un “contentino”, una via di mezzo: certamente non quello che vorrebbe Zelensky.

Lo stop a eventuali accelerazioni a un ingresso di Kiev in Europa arriva dopo il “no alle scorciatoie” pronunciato alcuni giorni fa dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che aveva dichiarato di “non essere favorevole” alla rapida adesione del Paese al Blocco europeo.

“Il fatto che non ci sia una scorciatoia sulla strada per l’adesione all’Ue dell’Ucraina è per dovere di equità nei confronti dei sei Paesi dei Balcani occidentali” che da tempo chiedono di entrare nel blocco europeo, aveva affermato il cancelliere tedesco. Secondo Scholz, il presidente francese “Emmanuel Macron ha ragione nel sottolineare che il processo di adesione non è questione di pochi mesi o pochi anni”, aveva aggiunto il cancelliere.

L’asse Parigi-Berlino ha emesso la sua “sentenza”. Ed e’ l’ennesima dimostrazione di chi detta la linea in Europa. L’Italia sta a guardare: lascia (troppo) spazio alle strategie altrui, mentre si agita per le questioni interne e perde tempo con la solita giostra noiosa delle liti pre-elettorali tra i partiti.

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