Donald Trump torna alla Casa Bianca. Dopo il successo del 2017 e la sconfitta tra le polemiche e i disordini di Capitol Hill del 2020, l’America si affida di nuovo al Tycoon repubblicano e forse, al netto di tutto quello che si è detto e scritto, soltanto la sua lucida follia, può rappresentare uno scossone nella politica internazionale e in un quadro geopolitico fuori-controllo e molto preoccupante.
L’America che ha perso in tanti ambiti la sua leadership globale e che ha lasciato il passo ad altre potenze, l’Europa che a sua volta è ancora più fragile e che si affidava passivamente ad una presidenza americana che non è mai riuscita a incidere nei conflitti in Ucraina e di Israele ed è la stessa Europa che si augurava per larga parte un successo di Kamala Harris. questa è l’eredità che riceverà Donald Trump da Joe Biden.
Trump si riprende l’America dopo i quattro anni più difficili e più deludenti della storia politica di un Paese che dovrebbe guidare il mondo occidentale e invece aveva mostrato sinora il suo volto più debole. Il trionfo di Trump su Kamala Harris è il segnale di un Paese che ha bocciato i democratici, si è mostrato insoddisfatto sui risultati del mandato di Biden e che ha scelto in maniera convinta e plebiscitaria di consegnare le chiavi dell’America ad un politico indubbiamente divisivo e discutibile ma che avrà energia e determinazione e che conosce l’economia. Si potrà dire tutto di Trump ma, al di là dei suoi eccessi, ha la leadership per dare una svolta. Quel carisma che serve all’America ma potrà essere un elettroshock per l’Europa. Trump non regalerà nulla all’Europa, che dovrà mettere sul campo una collaborazione vera e scuotersi dal torpore totale che va avanti da tempo ed è andato di pari passo con le politiche inconsistenti di Biden.
“Lo dico subito, non inizierò nessuna guerra, fermerò tutte le guerre”, ha detto Trump nel suo discorso in cui si è proclamato il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Parole che in una fase di profonda incertezza generale hanno ribaltato le previsioni degli analisti (di parte), facendo capire le reali intenzioni del nuovo presidente americano. E c’è da scommetterci che Trump si muoverà subito per mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina e metterà mano anche alla questione riguardante Israele. Era stata creata una narrazione e una percezione guerrafondaia del Trump 2.0, definito anche uno psicopatico filo-nazista dai suoi avversari e rappresentato come un pericolo per l’Umanità. Ma gli americani hanno mostrato di avere altre idee e differenti convinzioni sul candidato repubblicano. n fondo la storia racconta che le guerra nel mondo si sono verificate non sotto la prima presidenza di Trump ma nelle stagioni in cui c’era al governo i democratici. Niente retorica violenta nelle sue prime parole da presidente ma segnali rassicuranti alla gente, i detrattori di Trump si aspettavano forse dichiarazioni scioccanti ma la campagna elettorale è finita e il Tycoon ha già abbassato i toni.
Ed è un Trump che vince questa corsa dopo una campagna elettorale caotica e divisiva, segnata anche dagli attentati a Trump, una sfida decisamente difficile dopo che i democratici hanno cambiato il candidato passando da Joe Biden, che sarebbe stato sconfitto con proporzioni ancora più pesanti, a Kamala Harris, che veniva pronosticata in rimonta e alla fine ha perso anche lei senza impensierire troppo il leader repubblicano. Nei sondaggi (specie in Europa e nei pronostici fuorvianti dei soliti “strateghi” italiani) si diceva ci sarebbe stato un testa a testa, e invece gli americani non hanno avuto dubbi nell’affidarsi ancora al “vecchio leone” Trump.