HomeItalia - EsteriTraffico di banconote false, 63 arresti tra Napoli e Francia

Traffico di banconote false, 63 arresti tra Napoli e Francia

NAPOLI (ITALPRESS) – I militari del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, in collaborazione con i Comandi provinciali di Napoli, Milano, Salerno e Agrigento, del 10° Reggimento Campania, del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano (SA) e, per l’estensione internazionale, con Europol, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 63 soggetti, tutti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla vendita di valuta in Euro contraffatta anche all’estero, aggravata dall’avere agevolato l’attività del clan camorristico “Mazzarella”, egemone nell’area urbana partenopea del Mercato Pendino; di concorso nella vendita della valuta contraffatta ed, in due episodi, di tentata estorsione. Contestualmente, in Francia, personale del locale Office Central pour la Repression du Faux Monnayage ha eseguito un mandato di arresto europeo nei confronti di un italiano destinatario della misura restrittiva nel frattempo localizzato in quel Paese. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli: 48 persone sono finite in carcere, 14 agli arresti domiciliari e per 1 persona è stata disposta la misura del divieto di dimora nel comune di Napoli. Le indagini hanno consentito di raccogliere determinanti fonti di prova circa l’esistenza e l’operatività, a Napoli, nel quartiere Mercato/Pendino, di un gruppo criminale che, all’interno di un “basso”, aveva allestito non solo la propria base logistica, ma anche una zecca clandestina, una vera e propria rivendita di valuta in Euro contraffatta, il cui volume d’affari è apparso sin da subito di ingenti dimensioni.

Le attività investigative, condotte in un’area corrispondente ad una delle più importanti roccaforti del clan camorristico “Mazzarella”, hanno reso necessario l’allestimento di un impianto di indagine fondato essenzialmente su servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonchè di intercettazioni telefoniche ed ambientali.

La zona in cui l’associazione a delinquere ha operato, denominata comunemente “‘n ‘gopp’ ‘e mur’”, è notoriamente sottoposta all’egemonia criminale del clan camorristico, al quale venivano corrisposte costantemente ed in forma libera somme di danaro costituenti parte dei proventi delittuosi così da agevolarne le attività e accrescerne il potere criminale. Inoltre, il compendio probatorio ha goduto di un valore aggiunto costituito dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che, già molti anni prima aveva fatto riferimento a tale consorteria dedita alla vendita di “soldi falsi”.

Lo scenario investigativo è stato anche arricchito da ulteriori riscontri oggettivi raccolti grazie a importanti operazioni di sequestro di valuta in euro contraffatta, per un valore nominale complessivamente stimato in oltre 200 mila euro, nonchè da 7 arresti di acquirenti dal sodalizio, operati in flagranza di reato, 3 dei quali cittadini francesi in procinto di rientrare in Patria, a conferma dell’attivazione di flussi distributivi verso l’estero. L’attività investigativa ha anche permesso di individuare e localizzare le basi logistiche a disposizione del gruppo criminale, tutte nel quartiere Mercato/Pendino: nonchè di qualificare i compiti assegnati a ciascun appartenente al sodalizio quali, ad esempio, “capo/promotore”, “organizzatori”, “custodi”, “corrieri” e “vedette” e finanche “addetto alle pulizie del basso terraneo”.

La rivendita del Mercato/Pendino era aperta, nei giorni feriali, dalle 09,00 alle 17,00, mentre di domenica dalle 09,00 alle 13,00; nella stessa era possibile acquistare banconote da 100 euro, definite in gergo dai sodali “del vecchio tipo” e “del nuovo tipo”, ovvero appartenenti alla serie “epoche e stile” e “Europa”; banconote da 50 euro, definite in gergo, rispetto alla qualità della loro fattura, “B/B”, “Maradona” e “Pelè” (in ordine decrescente rispetto alla citata qualità) e banconote da 20,00 euro di un’unica tipologia di contraffazione. Le indagini hanno anche permesso di definire la capacità degli associati di esportare la valuta in euro contraffatta all’estero. Infatti, non solo c’è stato l’arresto di 3 cittadini francesi subito dopo avere acquistato il danaro contraffatto, ma è stato documentato, mediante intercettazioni di comunicazioni intercorse tra gli associati, che la valuta era stata venduta in Francia, Spagna e Grecia. Inoltre, gli investigatori evidenziano che le classi di contraffazione, assegnate dalla Banca Centrale Europea alle banconote contraffatte vendute dalla rivendita del Mercato/Pendino, circolano in tutta Europa. Al termine dell’operazione, è stato valutato in 6 milioni di euro l’ammontare complessivo del business illecito, nel periodo oggetto d’indagine.

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