HomeTurismo & LifestyleTari salata: a Taormina gli albergatori portano il Comune in tribunale

Tari salata: a Taormina gli albergatori portano il Comune in tribunale

TAORMINA – Dopo due anni di fatturato quasi azzerato dalla pandemia, le aziende dell’hotellerie di Taormina provano a ripartire ma le vicende internazionali continuano a non aiutare i piani di rilancio dell’industria dell’ospitalità. Ci mancava soltanto la guerra a soffiare sul fuoco dell’incertezza globale. Nel frattempo, ci si mette anche il Comune con le notifiche della tassa sulla raccolta rifiuti. Le bollette sono salate e in qualche caso c’è persino chi è stato chiamato a pagare per il 2021 più di quanto aveva versato nel 2019, ovvero nell’ultima annata fortunata del turismo prima dello tsunami Covid.

E allora l’Associazione Albergatori di Taormina, dopo aver tentato la mediazione con la casa municipale, ha rotto gli indugi e ha deciso di portare la questione nelle aule di tribunale. Vano si è rivelato il tentativo di trattare, inseguire un punto di convergenza sulla richiesta di abbattimento di due rate e di reimpiego su questo capitolato in bilancio delle somme dell’imposta di soggiorno.

“Non è giusto che le imprese del settore alberghiero debbano farsi carico dei costi della Tari – ha dichiarato il presidente degli Albergatori di Taormina, Gerardo Schuler – tenendo conto della crisi che si è portata via nel 2020 il 75% delle presenze e poi nel 2021 un ulteriore 64% rispetto ai flussi turistici del 2019”.

“Il DL 23/2011 che ha rintrodotto la Imposta di Soggiorno a livello nazionale, all’articolo 4 recita e quindi introduce in maniera chiara: “Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive”. La stessa identica frase è stata riportata per forza di cose anche nel nuovo regolamento della Imposta di Soggiorno del Comune di Taormina, approvato dal Consiglio Comunale con delibera 80 del 06.11.2021. Quindi è lecito chiedere che il Comune impieghi finalmente la tassa di scopo, da noi albergatori raccolta e bonificatagli per 10 anni di fila (e mai spesa per gli scopi previsti), per lo scopo della sua destinazione e che una parte venga adesso impiegata a sostegno degli albergatori”.

Il presidente di AAT, Schuler, ha atteso invano un segnale da Palazzo dei Giurati ma l’appello al dialogo e a cercare una soluzione è caduto nel vuoto. “Non ho avuto nessuna risposta”, fa sapere Schuler. Il Comune non vuole saperne di fare un passo indietro rispetto a quanto deliberato dal Consiglio comunale nei mesi scorsi. Da qui la mossa degli albergatori taorminesi che hanno deciso di formalizzare una convenzione con uno studio legale di Messina per difendere gli assistiti di AAT che decideranno di presentare ricorso sull’imposizione delle Tari. Il tempo della mediazione è terminato: ora il braccio di ferro si sposta in tribunale e il Comune rischia di trovarsi davanti ad una pioggia di ricorsi.

Riflessione conclusiva: c’è sempre modo e modo, si può anche dire di no e, in modo del tutto legittimo, si poteva considerare irricevibile l’istanza degli albergatori. Ma una politica che non si premura di dare una risposta e non ha il buon senso di sedersi ad un tavolo a parlarne è una politica che poi potrà anche vincere la contesa in tribunale ma, con questo modo di fare, ha già perso agli occhi dei cittadini e dell’industria alberghiera, che – se qualcuno non l’avesse ancora compreso – è un pezzo determinante dell’economia di Taormina.

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