TAORMINA – Anche nel Ponte del 25 aprile la Città di Taormina è stata presa d’assalto da tantissimi avventori provenienti da ogni parte della Sicilia ed anche da altre zone, come la Calabria. Una vera esplosione di presenze “mordi e fuggi” che si è andata a sommare a quelle dei vacanzieri – per lo più stranieri – che hanno riempito gli alberghi e le strutture extralberghiere. Parcheggi sold-out, strade intasate e il Corso Umberto che straripava di gente, con la difficoltà di poter fare anche pochi passi tra la folla.
La capitale del turismo siciliano vive una ripresa vigorosa del turismo e una stagione iniziata in largo anticipo, che promette a detta di tutti gli addetti i lavori un 2023 da record storico di presenze, ma c’è anche da fare i conti con la pressione sempre più tangibile di quel “mordi e fuggi” che da sempre divide gli operatori tra chi ritiene, comunque, questo flusso degno di attenzione e chi vorrebbe, invece, una stretta sui flussi di prossimità.
Non sarà semplice mettere tutti d’accordo e meno che mai in un territorio come Taormina dove la conflittualità del modo di essere e di fare è nel dna della comunità locale, ma a questo punto una riflessione strategica sulla questione dell’overtourism bisognerà farla, anche perché nel frattempo – repetita iuvant – Taormina è già piena come un uovo e siamo solo a fine aprile.
Figuriamoci come potranno andare le cose da qui ai prossimi mesi, con la prospettiva ampiamente preventivabile di un incremento esponenziale di arrivi in città. Ed è un’impennata di presenza che, a quanto pare, non avrà precedenti nella storia recente di Taormina. Con tutti gli annessi e connessi del caso.