HomeAttualità e CronacaTaormina: investire nella cultura, realizzare il futuro

Taormina: investire nella cultura, realizzare il futuro

Con le elezioni di maggio 2023, i taorminesi hanno chiesto un netto cambio di passo per far uscire Taormina dall’impasse degli ultimi 30 anni. Una marcia in più, a dirla con le parole del sindaco Cateno De Luca, che facesse alzare il livello della città verso una nuova dimensione: quella dell’azione.

Basta con l’immobilismo, insito nella cultura siciliana e ben raccontato ne “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa che con la celebre frase “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, descrive la realtà di una Sicilia dove si fa finta di cambiare ma poi, alla fine, questo cambiamento non arriva mai.

Adesso è giunta l’ora di quel cambio di passo, i cittadini lo hanno urlato forte e chiaro dentro le urne e pretendono che la Città di Taormina torni a essere il centro del Mediterraneo. La ripartenza, però, deve iniziare dai fatti e dai contesti che possono consentire realmente questa svolta: dalla cultura, dal patrimonio storico-artistico di Taormina che può rivelarsi un elemento fondamentale per creare quelle condizioni necessarie al rilancio della città. È il momento di aprire le porte a un nuovo capitolo, focalizzando l’attenzione sulla valorizzazione di tesori che finora sono stati relegati al ruolo di bomboniera, messi lì in eterna posizione dormiente solo a prendere un po’ di polvere invece che farne il fulcro delle politiche di sviluppo del territorio.

Bisogna dire basta con un’offerta turistica limitata al solo Teatro Antico e alle solite passeggiate su Corso Umberto, bisogna pensare e realizzare un percorso culturale che parta da Porta Messina a Porta Catania ma che poi si estenda a tutto il perimetro cittadino e che poi possa rappresentare l’avvio di un ragionamento in ambito comprensoriale. Un itinerario che da Taormina guarda a tutto il territorio, un percorso che guidi i turisti attraverso strade intrise di storia, aprendo finestre su antichi monumenti e luoghi che attendono solo di essere riscoperti.

Questa iniziativa potrebbe trasformare Taormina in un polo culturale di eccellenza, attuando quella destagionalizzazione di cui sempre si parla ma che non potrà mai esistere senza una programmazione a lungo termine che incentivi la visita tutto l’anno. Inoltre, si creerebbero nuove opportunità lavorative, soprattutto per i giovani costretti a fuggire altrove per trovare lavoro.

Puntare sull’arte, sulla storia e sulla cultura è il baluardo che Taormina necessita per abbracciare una nuova vita. Solo attraverso la riapertura di immobili, come Badia Vecchia, la valorizzazione di quelli già fruibili, come Palazzo Duchi di Santo Stefano e Palazzo Corvaja, e l’attivazione di un Servizio Turistico che guidi il turista nella visita della città, si potrà offrire un’esperienza unica che va al di là delle solite mete turistiche. Taormina, con il suo ricco patrimonio, ha le carte in regola per scrivere il prossimo capitolo della sua storia, aspettiamo che anche la politica si svegli dal suo lungo torpore e che riesca, questa volta davvero, a far realizzare un progetto che da troppo tempo viene immaginato e sognato ma che adesso può e deve realizzato.

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