HomeAttualità e CronacaTaormina come Disneyland? Un'illusione di mezza estate

Taormina come Disneyland? Un’illusione di mezza estate

TAORMINA – Fa discutere in queste ore la svolta che diventerà realtà dal 16 gennaio dell’anno prossimo a Venezia, con la città lagunare che potrà essere visitata soltanto pagando un biglietto d’ingresso. Inoltre, dal primo agosto prossimo, in via sperimentale, si potrà intanto prenotare il proprio arrivo, compatibilmente alle disponibilità del territorio.

In sostanza, a Venezia se ci si prenoterà con almeno un mese d’anticipo, si godrà di sconti e agevolazioni sui trasporti e nei musei. Infine, dal primo settembre prossimo aumenterà il costo dei biglietti dei vaporetti, che passeranno dai 7 euro e cinquanta a nove euro e cinquanta. Dal pagamento della tassa d’ingresso saranno esentati i nati nel territorio comunale, i bambini fino a sei anni, i disabili e i loro accompagnatori, e coloro che sono diretti a strutture sanitarie per prestazioni mediche.

E’ un modello replicabile anche in altre città? Sicuramente sì. E’ immaginabile a Taormina? Al momento, realisticamente, no. Oltre la suggestione dell’iniziativa, c’è da fare i conti con le differenti peculiarità dei due territori. Un esempio banalissimo tra tutti, visto che a Venezia ci arrivi con il vaporetto, a Taormina è un pò diverso.

E’ chiaro e non vi è alcun dubbio che a Taormina qualcosa dovrà essere fatta per razionalizzare i flussi in entrata, quella del biglietto di ingresso però è una prospettiva che non può essere presa in considerazione in una fase come quella attuale in cui la capitale del turismo siciliano non si è ancora dotata neanche del codice identificativo per avere un quadro effettivamente preciso di tutte le strutture che fanno accoglienza e non è stata fatta luce nella “giungla” delle circa mille attività complessive, tra settore alberghiero ed extralberghiero, che operano in paese, dove si dice e si ripete già da parecchio tempo che circa 350 operatori non sarebbero in regola. Bisognerebbe soprattutto migliorare i servizi e riorganizzare, sul piano logistico e strutturale, una serie di piccole e grandi cose che consentano al territorio di farsi trovare preparato alla sola idea di una sfida del genere. Altrimenti si creerebbe altra confusione, ulteriori problemi e si rischierebbe, insomma, di peggiorare le cose anziché ripartire bene e lasciarsi alle spalle la pandemia.

E poi il turismo “mordi e fuggi”, tanto odiato a Taormina stando alle filastrocche social che bersagliano puntualmente questo segmento, in realtà appare centrale ed indispensabile per parecchie attività che vivono e sopravvivono anche grazie all’acquisto del panino piuttosto che di un gelato di chi arriva e trascorre qualche ora qui ma non pernotta in città.

Taormina è in grado di chiudere le sue porte al turismo di prossimità ed istituire un biglietto di ingresso come Venezia? A chiacchiere sì, nei fatti no. La suggestione è una cosa, la razionalità è un’altra storia. E allora Taormina come Disneyland, con la prenotazione per entrare in paese, per adesso è soltanto un’illusione di mezza estate. Meglio concentrarsi sull’attualità. Poi un domani (ancora lontano) chissà, mai dire mai.

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