TAORMINA – Cateno De Luca piomba sulla campagna elettorale a Taormina, spacca gli equilibri già di cristallo che la politica locale stava provando a rinsaldare e, adesso che il vaso si è rotto, il tentativo di rimettere assieme i cocci sembra avere lo stesso coefficiente di difficoltà di quelli che vanno a scalare una montagna a mani nude.
E allora, nei ragionamenti di alcuni esponenti politici locali, parte l’operazione più ovvia, che però è anche la più complessa. Il tentativo ampiamente prevedibile è quello di alzare le barricate e mettere in piedi un listone, forse un fronte unico, per fermare “l’invasore” di Fiumedinisi.
Se prima il discorso delle elezioni era una resa dei conti in salsa paesana con il perimetro ristretto tra la maggioranza e l’opposizione, ora la storia cambia e farsi la guerra in casa propria potrebbe lasciare poche speranze alla politica “indigena” che vive una stagione di enorme difficoltà e si ritrova a dover lottare in una competizione che si preannuncia difficile da organizzare e da gestire, con il rischio che l’avversario possa spazzare via logiche consolidate e le vie sin qui inespugnate del feudalesimo di palazzo.
L’avversario è tosto e non sarà semplice trovare la quadra per rispedire la minaccia al mittente. Chi guiderà la sfida a De Luca? Quale sarà la strategia? Ma soprattutto è davvero utile prima ancora che praticabile ‘ipotesi di un fronte comune anti-De Luca? La politica taorminese che si divide da una vita, vorrà o saprà compattarsi in pochi mesi? Mai dire mai. Ad oggi prevale lo scetticismo.
