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Sueddeutsche choc: “Italiani agitati per il doping. Così vincevano tutto negli Anni 90”

La Sueddeutsche lancia pesanti sospetti sul calcio italiano nei giorni in cui è riemerso lo spettro del collegamento tra calcio, farmaci e morti sospette di ex calciatori. “Allarme nel calcio italiano. L’agitazione non potrebbe essere maggiore, come sempre quando si tratta di Doping”: è quanto riporta il quotidiano tedesco che richiama le dichiarazioni di Dino Baggio, Florin Raducioiu e Massimo Brambati e fa anche riferimento alle tragiche scomparse di Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli.

Un attacco viene rivolto al Ct azzurro, Roberto Mancini che aveva allontanato l’ombra del doping dal triste destino di Vialli. “Questa è la Federazione Nazionale. Oggi la gestione delle crisi è più elegante”.

“Il fatto che Mancini non sia né un medico né uno statistico, ma l’allenatore della Nazionale Italiana, miglior impiegato della Federcalcio, potrebbe aver offuscato un po’ la sua memoria. È inutile in questioni di frode pensare al ruolo del sistema di calcio professionistico. Il Doping è una compulsione sistemica, così come le massicce terapie dei professionisti ad alte prestazioni. Per quanto riguarda l’Italia in particolare, il dibattito sugli Anni Novanta si riferisce proprio al tempo in cui la Federcalcio dominava il mondo del calcio. Dal 1989 al 1999, i suoi club hanno partecipato otto volte alla finale dei campioni nazionali, hanno vinto tre volte la Coppa delle coppe e non hanno quasi mai lasciato la Coppa Uefa fuori dai confini nazionali italiani: otto volte hanno vinto i club di Torino, Milano, Napoli, Genova, Parma, i cui professionisti sono così nervosi ora. Una volta lo era anche Vialli. A quel tempo, nel 1998, però, avrebbe voluto chiudere la bocca a Zdenek Zeman. L’allenatore della Roma lo aveva citato come esempio dell’”esplosione muscolare nei giocatori della Juventus” che erano stati indagati: il calcio italiano doveva “uscire dalla farmacia”. E invece solo Zeman uscì dall’area di lavoro della Federcalcio. La post-elaborazione degli anni del doping è estremamente importante Nel calcio, come nella corruzione, c’è sempre bisogno della giustizia, altrimenti tutto rimane sotto i tappeti nobili che l’industria super ricca può tessere da sola”.

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