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Sisma Turchia, Tozzi choc: “Attenzione all’effetto pancake”

“Ragionare sul terremoto turco, come sugli altri, subito, appena accaduto, è l’unica maniera per onorare le vittime. In Italia, Turchia, Grecia, Albania (ma anche Iran e Cina) non è il terremoto che uccide, ma la casa costruita male. L’effetto pancake è il simbolo di quanto si è mal costruito”. E’ il monito del geologo Mario Tozzi sul catastrofico sisma che ha investito la Turchia e la Siria.

“In California, Giappone, Cile, Nuova Zelanda – spiega Tozzi – si registrano relativamente poche vittime anche con M=/>8 Richter, anche quando l’ipocentro è poco profondo, perché si è costruito bene e si è educata la popolazione al rischio sismico. Da questo punto di vista Turchia e Italia si assomigliano e, anzi, spesso da noi le cose vanno peggio. Chi governa dovrebbe fare leggi antisismiche, chi amministra i territori dovrebbe vigilare perché vengano rispettate, ma è anche vero che il primo passo lo fa chi mette il mattone. In Turchia e in Italia spesso hanno speculato, approfittando dei boom dell’edilizia e sperando nei condoni”.

“Chi sono i costruttori che utilizzano materiali scadenti senza progetti antisismici? Ignoranti, in malafede, cinici, non necessariamente grossi speculatori. Dove non si pianifica, chiunque costruisce. Nel caso turco sono stati spesso testimoniati costruttori le cui sostanze provenivano soprattutto dal settore agricolo e pastorale. Il terremoto di Izmit del 1999 fu chiamato il sisma dei “fruttivendoli”. Quei fruttivendoli erano (ancora) essi stessi agricoltori. Ero a Izmit dopo il sisma: i danni erano ancora evidenti e addirittura l’acqua invadeva ancora la città. I giornalisti e le guide che mi accompagnavano confermavano la situazione”.

“Sono un geologo strutturale, vado sui luoghi dei terremoti dal 1980 in Irpinia e poi in tutto il mondo, ho incontrato molti geofisici, studio continuamente e ho visto decine di scene del sisma e migliaia di faglie. Non ho francamente nessuna intenzione di stare dietro a chiunque, nell’ignoranza dei fenomeni e delle ripercussioni, ha un tiramento e si mette a questionare su argomenti che non comprende, non sapendo nemmeno distinguere la magnitudo dalla scala Mercalli”.

E sempre Tozzi, a Cartabianca, su Rai tre, nella puntata di ieri, 7 febbraio, nel commentare la tragedia del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria ha aggiunto altri spunti che devono fare riflettere: “Cosa succederà dopo il terremoto? È difficile dirlo, le scosse di replica in teoria andranno scemando di magnitudo ma non possiamo fare grandi previsioni”. Quindi avverte Tozzi: “Gli eventi naturali però diventano catastrofici quando noi non ne vogliamo tenere conto”.

Sempre Tozzi (su La Stampa) ha anche scritto: “Varrà la pena di ricordare che non è il terremoto che uccide, ma la casa costruita male e, da questo punto di vista, la Turchia (e anche la Siria) assomiglia moltissimo all’Italia”. “Responsabile di questo sisma è la grande faglia dell’Anatolia Orientale, una spaccatura lunga oltre 200 km che segna il confine fra il blocco crostale anatolico e quello dell’Arabia Saudita”, ha spiegato il geologo. “Le due placche sono in continuo movimento e sfregano lungo quella faglia: quando si accumula abbastanza energia, le due parti scattano lateralmente una rispetto all’altra, provocando uno spostamento, in questo caso stimato in circa tre metri in orizzontale. Contestualmente, in profondità, si liberano le onde sismiche che dispiegano in superficie gli effetti più gravi, compresa la possibilità di scatenare tsunami, se l’ipocentro è sott’acqua o nei pressi, e se l’energia è sufficiente”.

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