Chi vive nell’Artico da qualche anno può vedere letteralmente la terra muoversi sotto i suoi piedi. La regione è quella che più di tutte sta subendo il riscaldamento climatico: nella città di Longyearbyen, nell’arcipelago di Svalbard, a soli 1.300 chilometri dal Polo Nord, le temperature sono aumentate di 4 gradi Celsius negli ultimi 50 anni. A una velocità che non ha pari in tutto il globo terrestre.
Il ghiaccio marino si sta sciogliendo a una media di 8.800 chilometri quadrati all’anno, il permafrost si riduce a vista d’occhio. Non solo gli orsi polari, la specie più iconica della regione, sono a rischio estinzione, rappresentando i ghiacci il loro terreno di caccia, ma l’aumento delle temperature degli ultimi anni ha comportato una serie di migrazioni da e verso Svalbard: alcune specie, come la cozza blu, stanno stabilendo nuove popolazioni alle Svalbard, mentre altre, come il merluzzo polare, se ne stanno andando in cerca di acque più fredde.
“Le proiezioni climatiche relative alla regione delle Svalbard indicano un tasso di riscaldamento fino al 2100, tre volte superiore a quello osservato negli ultimi 100 anni. Gli inverni si stanno riscaldando, con impatti significativi sulla biodiversità, sulla struttura e sul funzionamento degli ecosistemi terrestri artici”, si legge in uno studio pubblicato sulla rivista “Global change biology”, che sottolinea gli effetti nefasti sull’ecosistema locale.
Con il cambiamento climatico che mette in pericolo la fauna e le comunità locali, Longyearbyen, meno di 2.500 residenti permanenti e sede dell’ultima centrale elettrica a carbone in Norvegia, si sta preparando a passare completamente alle energie rinnovabili nei prossimi anni. Ma il clima, sempre più estremo, impone un’accelerazione dei tempi.
Fonte: Euronews