TAORMINA – “Nei nostri plessi scolastici non ci sono “classi pollaio”. La formazione delle classi è disciplinata da un decreto, il n.81 del 2009 del Presidente della Repubblica e abbiamo sempre seguito correttamente la procedura”. Così la dirigente dell’Istituto Comprensivo 1, Carla Santoro, replica e fa chiarezza sulla questione delle cosiddette “classi pollaio” nei plessi di Taormina nell’anno scolastico da poco avviato.
“Le iscrizioni si concludono il 31 gennaio – spiega la prof.ssa Santoro a TN24 – e a quel punto la scuola carica sulla piattaforma il numero degli alunni iscritti. Come detto ci atteniamo al decreto del Presidente della Repubblica 81-2009 quindi non ci sono margini di interpretazione o valutazioni discrezionali. Siamo in linea con gli anni precedenti. Va detto, tra l’altro, che rispetto agli alunni iscritti un buon numero non si è neanche presentato al momento, quindi aspettiamo la fine di ottobre per avere un quadro preciso. Inoltre, rispetto a questo numero ad oggi non sono stati accolti gli anticipatari non autosufficienti (i bambini che portano ancora il pannolino, ndr) e anche lo scorso anno si era arrivati in definitiva a 22-23 bambini di media per classe. Il decreto in oggetto prevede un minimo di 18 bambini e un massimo di 26 ma fino a 29 può avvenire la redistribuzione”.
“In ogni caso la soluzione risolutiva non posso darla io ma è l’Amministrazione che dovrà darla – continua la dirigente -. Nel caso della scuola dell’infanzia le aule sono troppo piccole per ospitare il numero dei bambini previsti dalla normativa che disciplina la formazione delle classi”.
“Nel corso della riunione che abbiamo avuto al Comune martedì scorso – aggiunge la dirigente – il sindaco, con la Giunta, ha preso impegni per la risoluzione di una serie di criticità rimaste irrisolte ormai da tanti anni a questa parte. Il sindaco si è impegnato sia per quanto concerne la programmazione degli interventi che per la certificazione di conformità degli impianti ed auspichiamo che questi impegni vengano onorati per avviare quella svolta di cui necessita la scuola nella nostra città”.
