Il caso dei 30 diplomatici russi espulsi dall’Italia ha fatto registrare l’ennesimo scivolone della Lega ma soprattutto di Matteo Salvini L’uomo che sussurrava ai barconi, ha fatto battaglie contro i migranti e le Ong e chiedeva più sicurezza per gli italiani, dando modo di difendersi in casa con le armi, ora è diventato pacifista come e più di Nicola Fratoianni, con un salto triplo e avvitamento carpiato che rischia di fargli perdere altri consensi ma soprattutto quella credibilità che ha già perso agli occhi di tanti elettori.
Fonti del partito del Carroccio, premettendo che “il primo interesse della Lega è che si arrivi alla pace in Ucraina il prima possibile”, hanno parlato infatti di “stupore”: il ministero degli Esteri avrà “agito valutando il meglio”, tuttavia “la pace però non si raggiunge con gesti estremi come le espulsioni ma con la trattativa e il dialogo”.
Concetto poi ribadito dallo stesso Salvini che ha osservato: “Sento tante persone che parlano di guerra come se fosse normale. Io ci vado sempre molto prudente. Anche oggi l’Italia ha deciso di espellere 30 diplomatici russi: non entro nel merito di analisi geopolitiche. È chiaro che qua c’è un aggressore e un aggredito, però da che mondo e mondo le guerre non le vinci coi carri armati e con le bombe, le chiudi con la diplomazia, col dialogo, buonsenso, col ragionamento, col confronto”.
Ora al netto delle dinamiche specifiche riguardanti i 30 diplomatici russi espulsi, emerge la scarsa attendibilità della posizione di Salvini, che sino a qualche tempo fa (come altri e non solo lui) era vicino alle posizioni della Russia di Vladimir Putin e ora non prende posizione in una questione in cui c’è poco da ragionare e la mossa compiuta dal Ministero degli Esteri era la sola possibile a fronte di chi non ammette la strage di Bucha, continua a parlare di “operazione militare speciale” anzichè definirla una guerra, fa finta di non aver raso al suolo intere città ucraine e dà la colpa agli ucraini stessi, come se oggi in Italia 54 milioni di italiani si mettessero a devastare le proprie abitazioni per poi incolpare Pinco Pallino.
La virata a 360 gradi di Salvini appare poco credibile e la versione ecumenica dell’ex Ministro rischia di fargli perdere altro terreno. E allora siamo sempre lì: il sorpasso di Giorgia Meloni su Salvini e di Fratelli d’Italia alla Lega ha mandato in confusione totale il leader del Carroccio. E di questo passo non basteranno le nozze politiche con Silvio Berlusconi e la promessa di accaparrarsi i parlamentari forzisti per salvare il soldato Salvini che rischia di arrivare alle elezioni del 2023 con un terzo dei consensi di quel 34% che un tempo aveva raggiunto.