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Raciti: “Turismo enogastronomico in Sicilia deve investire sui giovani”

TAORMINA – “A due anni da una pandemia che ha bloccato il mondo intero, ci troviamo ora davanti ad una guerra che sta già impattando sul turismo della ormai prossima stagione. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, analisi alla mano e proiezioni già verificate, il comparto enogastronomico in Sicilia e sul Vulcano dovrebbe almeno avere lo stesso trend del 2021”. Lo afferma Roberto Raciti, maestro sommelier, degustatore e gastronomo che analizza per TN24 il momento e le prospettive del turismo enogastronomico.

Raciti è un volto leader del settore: le sue esperienze professionali e lavorative hanno appassionato turisti di tutto il mondo. Le sue experience partono dall’ideazione di itinerari enogastronomici ad hoc, proseguendo con l’arte innata del sommelier e poi come degustatore, sublimandosi nelle conoscenze e competenze a tutto tondo di gastronomo, in ambito agro-alimentare. Negli anni è diventato uno dei professionisti più conosciuti e più apprezzati del “turismo del gusto” nella nostra isola.

“Certamente è ancora vivo in tutti noi il pensiero di quando due anni fa ci siamo trovati senza alcuna via d’uscita, con i volti increduli per quello che all’improvviso è accaduto – spiega Raciti a TN24 – ma qui siamo in una zona prettamente vocata, da sempre, al turismo enogastronomico: l’Etna che con i suoi vigneti richiama turisti da tutto il mondo ed è riuscita a resistere anche al biennio dell’emergenza sanitaria”.

“Il nostro comparto ha un vasto mercato. Gli italiani, in un’alta percentuale, richiedono le visite con tour integrato fra vigneti e luoghi del vino, a seguire c’è l’Europa con alcune realtà come Belgio Olanda ed è sempre presente Malta. La media è alta sulla richiesta dei servizi, dunque i produttori sono chiamati ad uno sforzo nella ricerca e formazione delle risorse umane per affrontare la stagione. Purtroppo, il mercato dopo due lunghissimi anni di blocco, non offre più addetti ai lavori come prima, si determina quindi una forsennata ricerca in un paniere poco ricco, frutto anche della disattenzione delle varie associazioni, le quali non hanno mai investito nella formazione delle nuove generazioni affiancandosi a scuole di settore, come l’alberghiero. Inoltre, come se non bastasse, anche le associazioni per sommelier o tecnici del vino non hanno e non hanno mai avuto, il loro vivaio. Questi settori, piangono ancora l’ormai decennale richiesta ai vari governi di un Albo Ufficiale di categoria, ad oggi ancora inesistente”.

“Dunque alla luce di questa analisi – prosegue Raciti -, la riflessione che sento di dover fare ed evidenziare è l’importanza, per il brevissimo futuro, di formare nuove generazioni in un patto di collaborazione comune, ogni associazione nei propri comparti, per affrontare la richiesta sempre crescente di personale qualificato in sala oltre che nelle cucine dei ristoranti e Cantine sull’Etna. Il comparto che piange di più sono i sommelier. Queste figure continuano a faticare ad essere personale indispensabile per le cantine, e non perché le cantine non ne abbiano necessità. Presto, anzi prestissimo, il turismo del vino nel nostro comprensorio sarà il vero volano delle economie trasversali, vanto di una Regione e di tutto il percorso tra Etna e Valle dell’Alcantara. Da anni, insieme ad alcune scuole superiori tra Giarre e Riposto ho creato progetti di avvicinamento al mondo del vino trovando i ragazzi molto motivati anche con le lingue straniere, altro scoglio molto importante e determinante per la spendibilità. Il mio impegno su questo argomento è sempre vivo e attivo anche con i partenariati tra le Scuole e L’Enoteca Regionale Siciliana Sicilia Orientale, che ha sede a Castiglione di Sicilia, uno dei Borghi più belli d’Italia, di cui faccio parte, con l’impegno di tutto il Cda, ha già speso energie e ancora ne vorrà investire. Il futuro è in mano alle giovani generazioni, ma quella l’attuale ha la responsabilità di formarli in maniera adeguata”.

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