HomeSiciliaPremierato, convegno Pd a Naxos: i costituzionalisti bocciano la riforma Meloni

Premierato, convegno Pd a Naxos: i costituzionalisti bocciano la riforma Meloni

GIARDINI NAXOS – Si è svolto nelle scorse ore all’Hotel Palladio di Giardini Naxos un affollato convegno organizzato dal locale circolo del Partito Democratico su un tema di stretta attualità politica: il progetto di riforma della Costituzione avanzato del governo di centrodestra con la proposta dell’introduzione del premierato e dell’autonomia differenziata.

L’incontro è stato introdotto dall’avv. Giuseppe Valentino, che ha voluto prima commemorare la prof. Francesca Gullotta, militante del Pd e poi a lungo assessore del Comune di Taormina, scomparsa recentemente, ricordandone l’intelligenza, la cultura, la passione civile, l’impegno politico e sociale.

L’avv. Valentino ha introdotto, quindi, i relatori: il prof. Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte Costituzionale, già rettore dell’Università di Messina, uno dei più autorevoli studiosi italiani di diritto costituzionale ed il prof. Antonio Saitta, docente dell’Università di Messina. I costituzionalisti, con due interventi ampi ed articolati seguiti dai presenti con interesse e partecipazione, hanno evidenziato i limiti e le contraddizioni di quella che hanno definito una pessima idea di riforma della Costituzione. Hanno, infatti, rilevato come essa da una parte stravolga snodi centrali dell’equilibrio delle istituzioni repubblicane e dall’altra sovverta quell’elemento solidaristico della Carta che ha ispirato la nascita e lo sviluppo del nostro modello di stato sociale.

In particolare il prof. Gaetano Silvestri, con una lectio magistralis sul tema, ha ricostruito il momento di alto rilievo della storia del nostro Paese, che seguì alla lunga notte di tenebre del ventennio mussoliniano, che vide uniti – in stretta connessione con la lotta antifascista e con la Resistenza – liberali, cattolici, azionisti, socialisti e comunisti che insieme diedero vita alla Carta Costituzionale. Ha affermato che dobbiamo impedire lo stravolgimento della Costituzione, difendendo i valori di democrazia, uguaglianza, libertà che ispirarono i padri e le madri costituenti e che ci hanno guidato in tutti questi anni. Inoltre ha rilevato come “l’obiettivo che si propone il governo, quello della stabilità, non verrebbe in alcuno modo raggiunto dalla paventata riforma che consentirebbe solo una stabile occupazione del potere, con una sorta di dittatura della maggioranza priva di contrappesi e di un efficace sistema di controlli istituzionali e democratici”. Questo con “l’inaccettabile svuotamento dei poteri del Capo dello Stato e la negazione della funzione di indirizzo politico del Parlamento”.

Gli intervenuti al convegno hanno rimarcato che “il premierato puro, con elezione diretta da parte del corpo elettorale del capo del governo di uno stato – che è appunto la proposta del governo Meloni – non esiste in alcuna nazione al mondo”.

L’altro aspetto della paventata riforma è rappresentato dall’introduzione di un regionalismo a doppia velocità, che appare altrettanto negativo e pericoloso per l’Italia.
Essa rischia di “scavare un solco non più colmabile tra il Nord ed il Sud del paese, che sarà abbandonato alle sue storiche difficoltà, rendendo irresolubile ed anzi aggravando la questione meridionale, mai risolta nemmeno nei quasi ottant’anni di storia repubblicana”. Per gli intervenuti a questo dibattito, infatti, “non sarà più possibile – ad esempio – garantire alle regioni più povere, appunto quelle del mezzogiorno, un livello adeguato di servizi per quanto riguarda la sanità, ma anche l’istruzione, i trasporti, la sicurezza, l’assistenza sociale, il lavoro e così via”. A tal proposito “a poco o a nulla varrà la prevista definizione dei livelli essenziali di prestazioni che dovrebbero delineare le soglie minime di rispetto dei diritti civili e sociali, quindi lo standard dei servizi da garantire in tutto il paese”.

Ha partecipato all’incontro anche il segretario regionale del Partito Democratico, Antony Barbagallo, che ha portato il suo saluto e ha tratteggiato nel suo intervento la posizione critica dei democratici nei confronti della riforma costituzionale proposta dal centrodestra, ribadendo l’impegno del partito per contrastarla in Parlamento e nel Paese.

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