TAORMINA – Cateno De Luca nella sua relazione sul secondo anno di sindacatura a Taormina, ha parlato anche di sanità del territorio. Per intendersi, il sindaco il 14 luglio 2025 ha fatto il punto sull’iter per il futuro del Ccpm e si è soffermato sulle prospettive per l’ospedale San Vincenzo.
LA DICHIARAZIONE IN CONSIGLIO. “Sul Ccpm non è stata data una semplice proroga ma si parla di una soluzione definitiva sul vulnus della questione che era il mancato inserimento di questo reparto nella rete regionale ospedaliera. Non si tratta della classica proroga, ma nell’ambito del piano regionale, dopo 15 anni viene per la prima volta incardinato il servizio all’ospedale di Taormina. Per quanto riguarda il profilo funzionale se dipenderà poi da un’altra sezione, sarà non so se il Policlinico piuttosto che il Papardo, poi è un altro aspetto che è nell’ambito della gestione dell’Asp. Ma quello che è fondamentale sottolineare è che la struttura che esiste a Taormina viene riconfermata. Anche la proroga che è stata data, anzi che sarà chiesta, non sarà concessa se non c’è una soluzione definitiva. Ci sarà l’assessore nei prossimi giorni a Messina, proprio perché sarà affrontato il tema in termini complessivi”. “Sul tema della riduzione dei posti letto è un tema nazionale e regionale, è una questione di carattere generale sulla quale purtroppo ci sono state scelte che risalgono a molti anni fa e le stiamo subendo di conseguenza. Ovviamente, noi più che auspicare che chi governa possa nuovamente aprirsi ad una sanità più vicina al cittadino, non possiamo fare”. “E’ stata prevista la stroke a Taormina, sono arrivati dei finanziamenti, ci sarà il potenziamento dei parcheggi e anche l’elisoccorso, stiamo discutendo le varie questioni e l’attenzione è al massimo. Ma non sono nelle condizioni di far recuperare all’ospedale di Taormina 10 anni di disattenzione. Uso questo termine. Sto cercando, di fronte ad interessi forti, in un ambito regionale, di salvaguardare le nostre eccellenze e di ottenere qualche elemento che possa salvaguardare quelle che sono le potenzialità del nostro ospedale”.
Sin qui le parole del sindaco De Luca del 14 luglio 2025. E adesso una riflessione la facciamo noi.
MESSINA CHE C’ENTRA? Bene che si stia prospettando la conferma del Ccpm a Taormina. C’è da capire e vedere però, intanto, cosa e quanto c’entrerà Messina. La buonanima di Alvaro Vitali direbbe “aridaglie”, perché si parla di nuovo Messina e ancora del “Papardo”. Al netto degli annunci e degli aggiornamenti sulla vicenda, De Luca in questa vicenda sembra un pò defilato. Prima c’è stata l’opzione di un trasferimento al Papardo, poi è venuta fuori la prospettiva di una sinergia una sinergia con la Cardiochirurgia per Adulti sempre dell’ospedale Papardo. Vedremo alla fine della fiera come si comporrà il mosaico della soluzione risolutiva.
L’ASSESSORE VENGA A TAORMINA. De Luca, nel frattempo, ha fatto sapere che “ci sarà l’assessore nei prossimi giorni a Messina”. Quindi l’assessore regionale alla Sanità, Daniela Faraoni, arriverà a Messina per parlare di vicende ospedaliere della Città di Messina? Perché se, invece, le questioni riguardano anche Taormina (come pare), sarebbe opportuno che la discussione si faccia nella giusta sede: a Taormina. De Luca, da sindaco di Taormina e al di là del suo “amore” per Messina, dovrebbe pretendere che le questioni di Taormina vengano affrontate dentro le mura cittadine. L’assessore venga a Taormina, che è pure un posto bello da vedere e visitare e che ha un ospedale importante.
“INTERESSI FORTI”. De Luca per il resto rimarca che “ci sono interessi forti, in un ambito regionale“. Non è un segreto neppure il tentativo prolungato di scippo del Ccpm ed è storia che il “San Vincenzo” abbia perso nell’arco degli ultimi 12-13 anni circa 100 posti letto. Svaniti, tolti, soppressi, tra tagli e sforbiciate a vari reparti. Posti letto sacrificati perché Taormina fa ombra a Messina e Catania. Da tempo immemore.
LA RESA SUL PASSATO? Ma soprattutto, alla fine, l’attuale sindaco di Taormina aggiunge: “Non sono nelle condizioni di far recuperare all’ospedale di Taormina 10 anni di disattenzione”. E qui non ci siamo. Cateno sconfessa Scateno. Sembra la cartina di tornasole della metamorfosi politica di De Luca.
LA DICHIARAZIONE DI NAXOS. Riavvolgiamo il nastro e torniamo, infatti, indietro di due anni. I toni sono completamente diversi. Era la sera del 24 giugno 2023, e così a Giardini Naxos si era espresso De Luca, tra gli applausi della folla: “Siamo pronti ad aprire la partita dell’ospedale di Taormina. Stiamo completando la documentazione. Non soltanto non si tocca la Cardiochirurgia Pediatrica ma ci dovete restituire tutto quello che ci avete rubato negli ultimi 10 anni. Questo è il tema. Non ci accontentiamo della Cardiochirurgia Pediatrica. Vogliamo tutto quello che ci avete depredato in 10 anni. Ecco come funzionano le vertenze. Questo è il rispetto che merita questo territorio”.
QUALE DELLE DUE VERSIONI. E allora? Delle due l’una, la terza via non c’è. De Luca scelga quale strada percorrere e chiarisca la sua linea. Il 14 luglio 2025 ha detto: “Non sono nelle condizioni di far recuperare all’ospedale di Taormina 10 anni di disattenzione”. Il 24 giugno 2023 arringava la folla dichiarando “Vogliamo tutto quello che ci avete depredato in 10 anni”. In due anni, sull’ospedale il sindaco è passato da un approccio di lotta ad una sostanziale posizione “low profile”. Una postura istituzionale e decisamente più soft, al di là della vicenda Ccpm, in cui la partita la stanno ribaltando i genitori dei bambini in cura al reparto.
CORAGGIO SENZA FRENATE. Si decide il destino di un ospedale nella sua interezza. Bisogna accontentarsi del salvataggio del Ccpm, scordarsi e archiviare quel che è già stato tolto al San Vincenzo? No, grazie. Questo è il tema e riguarda tutti e nessuno escluso in questo territorio. “L’ospedale di Taormina non si tocca”, recitava uno striscione di una manifestazione di qualche anno fa. C’è in gioco l’aspettativa di tante gente che ogni giorno va in ospedale a curarsi o che potrà averne bisogno e che non si accontenta della conferma del Ccpm. Si va oltre e la gente vuole il potenziamento del presidio e non una sopravvivenza in equilibrio precario, chiede che vengano affrontati tanti altri problemi irrisolti sul futuro dell’ospedale di Taormina. Se ci sono “interessi forti”, che facciamo? Tiriamo il freno, alziamo le mani e ci scansiamo, in modalità “accomodatevi in casa nostra”, sull’altare del dover dare priorità alle città metropolitane, oppure proviamo a lottare e fare le barricate come la politica di questo territorio non ha mai saputo fare e come, invece, hanno fatto le famiglie dei bambini del Ccpm? E’ il momento di farsi venire il coraggio, quello vero, se davvero si vuole difendere l’ospedale San Vincenzo. Noi siamo dell’idea che si possa e si debba restituire a Taormina quello che le è stato tolto. De Luca si era espresso arrembante in questa direzione due anni fa, ora ha cambiato idea e si è arreso sull’altare della sua metamorfosi politica? La verità è che non è mai troppo tardi. Lo dimostra la pressione feroce di quelle famiglie che stanno tenendo in vita il Ccpm, un reparto che aveva già i chiodi nella bara. E’ quella la lezione di vita che vale per tutti.