HomeAperturaPonte sullo Stretto: spuntano i cinesi ma Salvini dice no

Ponte sullo Stretto: spuntano i cinesi ma Salvini dice no

Matteo Salvini preme sull’acceleratore per la realizzazione del Ponte sullo Stretto ma proprio nel momento in cui il Ministro delle Infrastrutture ha ormai fatto del collegamento tra Sicilia e Calabria il vessillo della sua azione di governo, ecco che arrivano a sorpresa i cinesi e si propongono per costruire la mega-infrastruttura.

In una intervista al Sole 24 Ore, Pei Minshan, deputy general manager di Cccc, ha lanciato il sasso nello stagno. Il gigante orientale China Communications Construction Company (CCCC), terzo big mondiale delle costruzioni, vorrebbe entrare nella partita per la commessa dell’opera pubblica più costosa di sempre in Italia.

Non a caso Minshan, deputy general manager, ingegnere civile specializzato in ponti, al Sole 24 Ore, ha dato il segnale. “Abbiamo appreso – afferma Pei Minshan – che il decreto del 16 marzo del Consiglio dei ministri italiano è stato firmato, il che consente l’immediata ripresa della progettazione e costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Sappiamo che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti italiano ha emesso un avviso in cui si afferma che il progetto del ponte utilizzerà il piano tecnico del 2011 e realizzerà il ponte strallato (cioè sospeso, con l’impalcatura retta da una serie di cavi ancorati a piloni di sostegno, ndr) più ampio al mondo, ben 3,2 chilometri”.

“Un piano adeguato ai più recenti standard tecnologici, di sicurezza e ambientali. In qualità di più grande società di progettazione e costruzione di ponti al mondo, CCCC è sicuramente molto interessata all’implementazione del progetto. Speriamo di poter utilizzare la nostra tecnologia già collaudata nella costruzione di altri due ponti simili per contribuire a promuovere lo sviluppo economico e l’integrazione nel Sud e nel Nord dell’Italia”, aggiunge.

Salvini però non sembra voler percorrere la Via della Seta e ha già dichiarato di non essere entusiasta della proposta cinese.

“Quelli cui è stata assegnata la gara europea sono quelli che molto probabilmente continueranno con la versione definitiva del progetto”. Così si è espresso Salvini, in risposta a una domanda nel corso della conferenza nella sede della stampa estera a Roma, sull’interessamento di CCCC sul Ponte sullo Stretto di Messina. China Communications Construction Company è controllato dal governo di Pechino ed è un azienda di riferimento nel contesto della Via della Seta che il governo Meloni ha fatto capire di non voler continuare a percorrere, a differenza dell’ex esecutivo Conte a trazione Cinque Stelle. Non a caso qualcuno sostiene che la mossa cinese sul Ponte in realtà potrebbe anche essere un modo per stanare il governo italiano sulle intenzioni della maggioranza italiana di centrodestra in merito ad una serie di situazioni che stanno “a cuore” a Pechino, a partire dal futuro dei porti di Taranto, crocevia delle attività di Natoa e forze armate italiane, e di Trieste, individuato a suo tempo dai cinesi come scalo di riferimento per la Via della Seta nell’Adriatico.

“Nel decreto”, ha spiegato il ministro, “è previsto che la società Stretto di Messina Spa ha l’obiettivo di discutere con chi ha già vinto la gara europea, e quindi c’è già un consorzio, Eurolink (società capofila è Webuild, ndr), con un progetto. Non vedo la possibilità di interventi da parte di altri per mettere mano a un progetto che al 90% va solo aggiornato ma che è definitivo”. Il ministro ha ricordato poi che il cosiddetto decreto Ponte prevede la nomina del consiglio di amministrazione della Stretto di Messina Spa entro questo mese di aprile.

Se non è una porta sbattuta in faccia alla Cina, è qualcosa di molto vicino a un “No, grazie”.

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